Tra ottobre 2018 e aprile 2019, il Brasile aumenterà quelli che sono i propri collegamenti aerei con Paesi stranieri e al tempo stesso anche le frequenze. Nel giro di sei mesi l'incremento toccherà quota 98 voli.

L'annuncio è arrivato al termine di uno studio effettuato da Embratur in seguito alle informazioni fornite dalla Agencia Nacional de Aviaçao Civil (Anac), Panrotas e le compagnie di volo. Saranno almeno una dozzina le nazioni che incrementeranno i collegamenti aerei con tutto il Brasile.

Tra queste, in prima fila c'è anche l'Italia, alla quale si aggiungono Israele, Olanda, Portogallo, Francia, Regno Unito, Argentina, Bolivia, Ecuador, Cile, Paraguay e Stati Uniti. L'aumento arriverà a 54 nuovi voli ai quali si aggiungeranno 44 frequenze addizionali, appunto per un totale di 98 voli.

Se sommate alle frequenze già in atto, solo per questo aspetto, si raggiungeranno le 144 operazioni settimanali. "L'aumento dei collegamenti da parte di tutto il Paese - ha sottolineato Teté Bezerra, presidente di Embratur - è il risultato di uno sforzo eseguito congiuntamente ai rappresentanti delle linee aeree che operano in Brasile. Si tratta di una espansione che darà un maggiore impulso a tutto il turismo brasiliano".

Voli in crescita come le aspettative di tutto un Paese. "I numeri mostrano che la strategia di promozione di Embratur - ha continuato il suo presidente - focalizzati su quei Paesi considerati prioritari, può trasformarsi in uno dei fattori determinanti per la crescita del turismo della nostra nazione. L'aumento dei voli internazionali rappresenta uno dei principali punti della agenda governativa di Embratur e di quelle aziende che sono i nostri partner".

Ovviamente l'America Latina continua a essere la regione con il maggior numero di offerte di voli per il Brasile, con un totale di 659 frequenze settimanali. Alle sue spalle, a distanza, c'è poi l'Europa che arriva a 245 voli alla settimana, un numero che è superiore a quello dell'America del Nord che totalizza 208 frequenze, poi, ma distanziate molto, ci sono anche l'Africa con 42 e infine l'Asia che chiude raggiungendo quota 33.