Il cambiamento climatico potrebbe toglierci il caffè. Un rischio che è noto da tempo, ma che ora possiamo quantificare. Infatti, secondo un studio pubblicato su Sciences Advances, il 60% degli alberi di caffè selvatici è a rischio di estinzione. "Se non fosse per le specie selvatiche oggi non avremmo così tanto caffè da bere nel mondo", ha detto alla Bbc Aaron Davis dei Giardini Botanici Reali di Kew e parte del team che ha condotto lo studio.

Bisogna tenere in mente una cosa: generalmente usiamo solo due tipi di caffè. Le due specie più utilizzate al mondo sono la Coffea Arabica e la Coffea Robusta (o Coffea canephora, ed è la più coltivata al mondo). Ma gli altri tipi non sono inutili, perché ci permettono di modificare le piante originali per renderle più resistenti a malattie e cambiamenti climatici drastici. La miscela arabica è una di quelle a rischio. Secondo alcune previsioni, dovremmo iniziare a farne a meno tra circa 60 anni.

Su 124 specie di caffè conosciute, ben 74 sono a rischio di sparire. Di queste, 13 sono "altamente in pericolo". Nonostante questi campanelli d'allarme, non stiamo correndo ai ripari: il 28% delle specie totali cresce al di fuori di zone protette. Di solito vengono preservati i semi delle piante in apposite banche, ma solo la metà di quel 28% viene conservata.

"La cosa più importante da ricordare è che il caffè ha bisogno di un habitat forestale per sopravvivere. Con così tanta deforestazione le specie di caffè selvatico vengono colpite ad un ritmo allarmante", ha detto alla Cnn Aaron P. Davis, ricercatore senior dei Giardini di Kew. Se i governi non prenderanno decisioni alla svelta, alcune specie potrebbero sparire nel giro di 10 o 20 anni. "La prima cosa da fare è conservale allo stato selvatico, poi bisognerà migliorare la gestione delle aree protette", ha detto Davis. C'è chi si sta già muovendo: l'Etiopia ha creato da poco 3 nuove zone volte alla protezione e alla cura dell'Arabica.