Preziose pergamene, editti imperiali, miniature e documenti storici in mostra all'Istituto Italiano di Cultura di Praga per raccontare la Congregazione italiana a quattro secoli dalla sua fondazione.

La mostra, organizzata in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’apertura della rappresentanza italiana a Praga e dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, è stata inaugurata alla presenza dell’Ambasciatore Francesco Saverio Nisio e del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Giovanni Sciola.

La presenza italiana nell’attuale territorio della Repubblica Ceca vanta un’antica tradizione. Nella seconda meta del Cinquecento esisteva a Praga una nutrita colonia italiana composta principalmente da maestranze edili e mercanti. Su impulso dei Gesuiti tra il 1573 e il 1575 la comunità italiana si diede un’organizzazione stabile con la Congregazione della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo; un’istituzione con fini assistenziali e religiosi ispirata al modello delle Congregazioni Mariane dei collegi gesuitici. Gli scopi della Congregazione, sintetizzati nel motto “Pro Deo et paupere”, erano: la difesa della fede cattolica nella Boemia protestante e la realizzazione di opere caritatevoli come l’assistenza ai poveri, senza riguardo per la loro fede religiosa.

La Congregazione contribuì a rafforzare la coesione tra gli appartenenti alla minoranza italiana in Boemia e, grazie alle sue opere caritatevoli, fu apprezzata dalla popolazione locale, ottenendo un prestigio tale da indurre molti cittadini non italiani a chiedere di esservi ammessi.

A causa del numero sempre maggiore di poveri e bisognosi assistiti, nel 1602 la Congregazione acquisto nel quartiere di Mala Strana la casa del confratello Domenico de Bossi, per farne sede di un ospedale. Il “Vlašky šital”, fu attivo per molti anni e venne soppresso nel 1789 per essere rifondato come orfanotrofio maschile nel 1804. L’orfanotrofio continuo la sua attività fino al 1941, anno in cui fu soppresso a causa della guerra.

La Congregazione, con delibera del 7 giugno 1942, sancì il passaggio allo Stato italiano sia della sede dell’ex ospedale e orfanotrofio di Mala Strana, oggi sede dell’Istituto Italiano di Cultura, sia della Cappella della Vergine Maria sulla via Karlova, nella Città Vecchia.