Il mercato del falso infligge gravi perdite al Made in Italy, si in termini di occupazione, come rivelava una indagine dell'aprile 2019, che di mancati introiti.

In particolare la contraffazione costa all'Italia 10,5 miliardi di euro l'anno, un sesto del totale delle perdite in Europa. Una nuova stima dell'ufficio dell’Unione europea per la Proprietà intellettuale (Euipo) ha preso in analisi 11 settori merceologici che vanno dai cosmetici al vino, e ha tracciato un bilancio allarmante: il 10% del valore del volume delle vendite in Italia va a finire nelle tasche dei falsari.

Un dato nettamente superiore alla media europea che si attesta 7,4%. Tra i settori presi in esame ce ne sono alcuni in cui il Made in Italy è particolarmente forte: cosmetici; abbigliamento, calzature; gioielleria; borse e valigie e vini. Ma a livello europeo il mercato del tarocco non risparmia l'igiene personale, i farmaci, i pesticidi e gli smartphone. Nel complesso, secondo l’analisi, il falso costa 174 euro a cittadino italiano ogni anno, una cifra derivata dalla considerazione che i produttori legittimi producono meno di quanto avrebbero fatto in assenza di contraffazione, offrendo quindi lavoro a meno manodopera.

Sulla base di questo dato, l’analisi stima che in tutta l’Ue, negli 11 settori indicati, le perdite dirette arrivino a 468 mila posti di lavoro. Il dato offre un elemento poco confortante per l'Italia: rispetto al 2018, anno della prima rilevazione, il volume delle vendite perse è diminuito in tutti i settori esaminati tranne due: abbigliamento e calzature e accessori. Si tratta di settori di eccellenza del Made in Italy nonché del più grande di tutti i settori esaminati in termini di volume delle vendite e di occupazione. Se a livello europeo la perdita è stata pari a circa 28,4 miliardi, ovvero il 9,7% del totale, per l'Italia è andata peggio: 6,4 miliardi all’anno, pari a circa il 13,7% delle vendite. Per il settore dei cosmetici e dell’igiene personale, secondo il rapporto, la presenza sul mercato di merci contraffatte porta a una perdita stimata di 7 miliardi di euro, pari al 10,6 % di tutte le vendite nel settore. In Italia, la perdita stimata in questo segmento è di 710 milioni, pari al 9% del totale.

"L’Europa dipende da settori industriali come questi per la crescita e la creazione di posti di lavoro" ha detto il direttore esecutivo dell’Euipo, Christian Archambeau, , "e la nostra attività di ricerca mostra come la contraffazione e la pirateria mettano a rischio la crescita e l’occupazione. Quest’analisi è volta a sostenere i responsabili politici nell’elaborazione di soluzioni a questo problema e a sensibilizzare i consumatori dell’Ue alle conseguenze economiche della contraffazione e della pirateria a un livello più ampio".

Gli 11 settori cui si fa riferimento lo studio sono:

  • - cosmetici e igiene personale;
  • - abbigliamento, calzature e accessori;
  • - articoli sportivi;
  • - giocattoli e giochi;
  • - gioielleria e orologi;
  • - borse e valigie;
  • - musica registrata;
  • - alcolici e vini;
  • - prodotti farmaceutici;
  • - pesticidi;
  • - smartphone.