Un piccolo tassello in questa brutta pagina della Storia del Sudamerica trova il suo posto a Roma. È stata emessa la sentenza e la Verità per una volta può avere un piccolo sussulto di soddisfazione. I torturatori, gli aguzzini, gli operatori della macchina del male che si è compiuto in Sudamerica negli anni ’70 e ’80 con l’Operazione Condor, quel patto tra le dittature e gli Stati Uniti per lo sterminio della dissidenza, sono stati giudicati. E condannati! La Corte di Appello di Roma si è pronunciata. E il sollievo percorre le strade della capitale.

In pratica è stata stravolta in appello la sentenza di primo grado del gennaio 2017 dove erano state emesse 8 condanne all’ergastolo, 19 assoluzioni e sei proscioglimenti. Ieri la prima Corte d’assise d’appello di Roma ha inflitto 24 ergastoli ad ex capi di Stato ed esponenti delle giunte militari e dei servizi di sicurezza di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay in carica tra gli anni ’70 e ’80, accusati di aver realizzato in quel periodo una repressione ai danni degli oppositori, tra i quali 23 italiani. Gli imputati, in particolare erano accusati di omicidio volontario pluriaggravato. I giudici hanno disposto il risarcimento delle 47 parti civili, i familiari delle vittime (tra i 250mila e i 100mila euro) e hanno deciso una provvisionale immediatamente esecutiva di un milione di euro per la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Tra i condannati all’ergastolo ci sono l’ex ministro dell’Interno della Bolivia, Luis Arce Gomez, l’ex presidente del Perù, Francisco Morales Bermudes, l’ex ministro degli Esteri dell’Uruguay, Juan Carlos Blanco (assolto per solo uno dei capi d’imputazione), e il tenente di vascello Jorge Nestor Fernandez Troccoli, già a capo del sistema di repressione della Marina militare uruguaia e che è l’unico che vive in Italia dopo essere fuggito dal suo paese e che era stato assolto in primo grado.

GIANCARLO MANIGA, AVVOCATO DI PARTE CIVILE

“Una sentenza che ci ha molto soddisfatti perché è il massimo che potevamo aspettarci, la sentenza ha confermato tutte le condanne che erano state inflitte in primo grado e accogliendo il nostri appelli ha emesso altre condanne a carico a carico di chi in primo grado era stato assolto – quindi anche Troccoli? – si, sì, sì, quindi direi che meglio di così non poteva andare. È una soddisfazione anche dal profilo tecnico, se sono state emesse condanne che prima erano state negate, evidentemente è stato accolto il principio che noi abbiamo fatto valere nel concorso sul reato. Per conoscerne i dettagli bisognerà aspettare la motivazione che arriverà tra 90 giorni, ma il dispositivo dà luogo ad un risultato che è massimamente soddisfacente. Anche per la condanna delle spese per quel che può valere, ma è sempre un fatto positivo anche se teorico perché gli imputati non le pagheranno”.