Sui presunti fondi neri alla Lega la magistratura farà la sua parte, ma a leggere bene il contenuto delle registrazioni forse non è questo il punto più critico di una conversazione per molti versi inquietante. Si profila una strategia di politica estera ben precisa con due piani che avanzano simultaneamente, entrambi pericolosi e che rinnegano l’intera strategia del dopoguerra mettendo in discussione alleanze e collocazione strategica dell’Italia in Europa nel Patto Atlantico.

Il primo prevede la distruzione delle istituzioni europee che abbiamo costruito, la Lega alla testa di una compagnia di altre forze tutt’altro che rassicurante. Le destre vecchie e nuove tenute insieme da spinte nazionalistiche e ambizioni di potenza, avrebbero l’obiettivo, dichiarato nelle conversazioni del collaboratore del leader della Lega, di superare il rapporto con le istituzioni di Bruxelles.

Il secondo propone l’allontanamento dal tessuto del multilateralismo internazionale rappresentato dagli Stati Uniti e dalla Nato per avvicinarsi a Mosca. Contro la NATO e le istituzioni europee per offrire una piattaforma di politiche e di valori alternativi per future generazioni di italiani. Si fa esplicito riferimento a una nostra sovranità contrapposta alle istituzioni internazionali di cui facciamo parte da decenni e che in molti casi abbiamo contribuito a fondare e sostenere.

Mai con questa chiarezza un disegno di politica estera era stato disegnato e dubito che sia stato raccontato ai nostri alleati nel recente viaggio a Washington dal vice premier Salvini. Ripeto la magistratura indagherà sull’esistenza o meno di fondi neri ma queste teorie sono una certezza e impongono chiarezza. Altro che pettegolezzi. C’è un disegno di partiti europei per tradire l’Alleanza Atlantica? È questa la politica estera del governo Conte? Chi sarà il nostro commissario europeo e il ministro degli affari europei quale politica seguirà?

Queste domande richiedono urgenti e chiare risposte nelle sedi appropriate. Vigiliamo e difendiamo le prerogative costitutive della nostra comunità nazionale. Altro che "prima gli italiani" qualcuno lavora per mettere "prima i russi".

NICOLA ZINGARETTI

Segretario del Partito democratico e Presidente della Regione Lazio