Il primo round è andato. E se lo è aggiudicato la Lega, con l'approvazione del Dl Sicurezza bis, lunedì sera, in Senato. Lo scontro si sposta ora sul terreno della Tav e, in particolare, sulla mozione proposta dal M5S per dire “no” alla Torino-Lione, che sarà votata oggi in Parlamento. "L'opera va ridiscussa. E' un regalo da 2,2 miliardi di euro che facciamo alla Francia di Macron. Sappiamo che il Pd voterà sì con la sua mozione e vedremo cosa accadrà in Senato", ha detto il vicepremier e leader pentastellato Luigi Di Maio, da sempre contrario al progetto dell’alta velocità. "Il Movimento 5 Stelle voterà la sua mozione convintamente", ha aggiunto il ministro del Lavoro mettendo, però, subito a tacere le voci delle opposizioni che davano per certa la crisi di governo nel caso in cui a passare dovesse essere proprio lo stop alla Tav proposto dal movimento grillino: "la mozione è un atto di impegno al Parlamento, che è l'unico che può fermare il progetto. Il premier Conte ha detto che il governo non può farlo", si è affrettato a precisare Di Maio. Di parere opposto Matteo Salvini. Ieri il leader del Carroccio ha ricevuto i rappresentanti delle parti sociali al Viminale. "Tutti ci hanno chiesto velocità, e ragioneremo su questo nei prossimi giorni. Una buona idea applicata in ritardo non è più una buona idea, ribadisco che è il momento del coraggio e della determinazione: se il litigio prevale sull'azione, si pone un problema" ha spiegato il segretario leghista. “Voteremo qualunque mozione che sostenga la crescita, il progresso, la mobilità sostenibile... Mi stupisce che qualcuno invece di andare avanti voglia tornare indietro" ha aggiunto il ministro dell’Interno, lanciando una sorta di ultimatum agli alleati di maggioranza: “Se prevarranno i dissidi all'interno del governo e ci saranno le condizioni per un voto anticipato lo vedremo a breve, anche prima di settembre. O riusciamo a incidere sui fronti indicati dalle parti sociali oppure non siamo incollati alle poltrone. Se possiamo fare le cose, le facciamo. Se non le possiamo fare, non è che ci obbliga il buon Dio a stare incollati alle poltrone". Nel batti e ribatti, si è inserito l’europarlamentare del Pd Carlo Calenda il quale, in un messaggio via Twitter, ha invitato "Pd e Fi a mandare “a casa i due buffoni". "Mercoledì (oggi, ndr) l'esecutivo potrebbe cadere se passa la mozione M5S contro la Tav. Tutte le opposizioni devono fare in modo che i due buffoni di Luigi Di Maio e Matteo Salvini se la vedano fra loro. Basta, il Paese ha bisogno di essere liberato", ha sottolineato Calenda.