Delta in attesa, non ancora ritirata dalla competizione. Cento milioni da investire in Alitalia. La proposta di Lufthansa arriva oggi. Il vettore tedesco guidato da Carsten Spohr prova a rilanciare con un’offerta di 150 milioni. E forse anche di più. Ferrovie dello Stato scommette su Delta, punta forte sulla compagnia aerea statunitense. Atlantia dei Benetton preferirebbe invece avere come socio il gruppo aereo tedesco.

A due settimane dalla scadenza dei termini per la presentazione di un’offerta vincolante, si registra grande fermento, non privo di incertezze e tensioni, intorno alla nascita della Nuova Alitalia. L’asticella è soggetta intanto ad un abbassamento non previsto. Centocinquanta milioni in meno rispetto al miliardo previsto e a lungo vagheggiato. Cala il conto del salvataggio, una questione legata agli interessi sui prestiti che il Governo ha concesso nel tempo per permettere all’azienda di andare avanti dopo il fallimento. Il futuro della compagnia resta comunque in bilico.

La spiegazione dell’impasse e delle preoccupazioni è molto semplice: Delta e Lufthansa non escono allo scoperto, fanno pretattica o che cosa? Stupiti dall’ingresso a gamba tesa dei tedeschi nella trattativa, Delta da alcuni giorni non invia segnali incoraggianti, dal suo quartiere generale di Atlanta. I tedeschi, come detto, oggi tolgono il velo sulla probabile proposta per Alitalia. L’annuncio è atteso nel corso della conferenza stampa relativa ai dati trimestrali. I tedeschi non sembrano però disposti a scoprire le loro carte migliori. Difficilmente metteranno nero su bianco su un’offerta che dovrebbe aggirarsi sui 150 milioni di euro. Comunque, non resta che aspettare.

Questione di ore, non di giorni ormai. Delta e Lufthansa, colossi del trasporto aereo, si guardano a distanza. Ognuna aspetta la mossa dell’altra. Una partita a scacchi dall’esito non prevedibile. Proprio mentre Alitalia ha comunicato di avere una disponibilità di cassa, a fine ottobre, di 315 milioni di euro. Più del previsto, ma sempre meno di quanto serva per sopravvivere al lungo inverno. Le informazioni di provenienza tedesca sono pur sempre una buona notizia, in attesa dell’audience che si tiene oggi alla Camera. Un’occasione unica per tastare il polso della trattativa. Agli amministratori in carica da trenta mesi necessita capire quali potranno essere gli sviluppi della crisi.

Saranno sufficienti i 400 milioni del nuovo prestito in arrivo per dare ossigeno alla compagnia prima del consolidamento della Nuova Alitalia? Una sola cosa è certa: il capitale della società che nascerà dalle ceneri del vettore fallito, dal miliardo iniziale è passato a una cifra compresa tra gli 800 e i 900 milioni. Doverosa la spiegazione, sorella di una constatazione. Il ministero dell’Economia porterà in dote i 150 milioni di interessi sul prestito. Ma gli altri soci? Si divideranno la rimanente quota di 700 milioni. In questo modo: Atlantia e Delta dovranno mettere sul piatto 300 milioni ciascuno. Ma tutto potrebbe tornare clamorosamente in discussione se l’intera vicenda pendesse dalla parte di Lufthansa. I tedeschi possono far saltare il banco, con la loro proposta da 150 e più milioni, se confermata. In caso di accettazione dell’offerta tedesca e dell’inserimento di Lufthansa nella cordata a tre, l’esborso per Ferrovie e Atlantia scenderebbe a 275 milioni.

Ma sarà effettivamente decisiva la giornata odierna? A questo punto, tutto dipende dalla compagnia aerea tedesca. Se Lufthansa, dopo l’apertura della settimana scorsa, invia una lettera ufficiale di impegno contenente l’offerta al ministero dell’Economia e a Ferrovie dello Stato, i soci avranno quindici giorni per chiudere l’accordo. E se tutto ciò non dovesse avvenire? Delta vincerà la partita a mani basse, partecipando al salvataggio di Alitalia con 100 milioni di euro e poche rotte transatlantiche. Conclusione: c’è crisi nei cieli e Alitalia è ben oltre la frutta, ma alle sue ceneri di novella Araba Fenice sono interessati americani e tedeschi, in aperta competizione. Che fosse davvero la volta buona per il salvataggio? Oggi sapremo. Non tutto, ma cose importanti certamente.

di FRANCO ESPOSITO