Anche la Basilica di San Marco di Venezia, come la totalità della piazza antistante, è stava invasa dall'acqua alta di martedì. La marea a 127 centimetri ha invaso la parte iniziale della nota basilica con 70 centimetri di acqua, andando a intaccare le colonne dell'edificio e i marmi recentemente sostituiti e danneggiati dalla marea record del 2018. Molta l'apprensione per il picco di marea previsto per questa notte quando il livello dell'acqua secondo le stime dovrebbe raggiungere i 140 centimetri di altezza.

SEI INONDAZIONI IN 1.200 ANNI

L'allagamento della basilica è un evento raro, a dispetto invece della frequenza, peraltro in aumento, del fenomeno dell'acqua alta. Stando alla stessa procuratoria di San Marco, si contano solo cinque precedenti in tutta la sua storia, iniziata nel IX secolo con il doge Giustiniano Partecipazio che la eresse per custodire le spoglie di San Marco evangelista.Sei volte dunque in 1.200 anni, ma il dato allarmante è che di queste, tre si sono verificate negli ultimi 20 anni, l'ultima il 30 ottobre 2018, quando l'acqua invase alcune decine di metri quadri del millenario pavimento a mosaico marmoreo, di fronte all'altare della Madonna Nicopeia, e soprattutto inondò completamente il Battistero e la Cappella Zen arrivando ben 90 cm sopra il pavimento mosaicato del Nartece e bagnando i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne, i marmi.

"PREOCCUPA LA DURATA DELL'EVENTO"

"Non credo che oggi riusciremo a superare i 145 cm di marea, ma il dato più preoccupante è che avremo comunque un livello di marea altissimo anche nei prossimi giorni e fino al 16 novembre saremo intorno ai 125 cm di altezza", ha spiegato all'AGI, Georg Umgiesser dell'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) che segue l'andamento della marea nella laguna di Venezia. "Le maree - spiega - dipendono da una molteplicità di fattori che insieme contribuiscono ad amplificare i fenomeni. In questo caso ci troviamo in una condizione molto particolare con delle forti depressioni sul mar Tirreno che generano correnti di scirocco in Adriatico, ed è proprio questo vento che spinge l'acqua verso nord e fa aumentare il livello di marea atteso". Inoltre in questo caso, "ci sono anche altri fattori che contribuiscono: la luna piena, le sigizie e anche le sesse. Sono tutti elementi che hanno effetti diretti sul livello del mare e che, se agiscono in maniera simultanea amplificano uno gli effetti dell'altro", ha detto Umgiesser. Questo rende anche difficile riuscire a calcolare con precisione l'ampiezza o meglio l'altezza della marea.

250 ALLAGAMENTI DELLA PIAZZA ALL'ANNO

D'altra parte l'acqua alta da decenni è considerata un'emergenza tale da mettere a rischio la sopravvivenza della Serenissima: il fenomeno, in seguito all'effetto di eustatismo e subsidenza (ossia l'innalzamento medio del livello del mare e contemporaneamente il progressivo sprofondamento della città) è diventata un evento quasi quotidiano. Più di 250 volte all'anno l'acqua invade la piazza. Con 90 cm quasi due terzi della sua superficie è allagata, con 100 cm (in media 7 volte all'anno) la piazza e gli spazi circostanti sono quasi completamente sommersi. Un problema a cui dovrebbe porre rimedio, nelle speranze dei veneziani e del mondo intero, il Mose, composto da schiere di paratoie mobili a scomparsa poste alle cosiddette bocche di porto, nel cuore della laguna, i cui lavori iniziati nel 2003 si concluderanno, almeno secondo l'ultima previsione, nel 2021.

LO STORICO BOCCIA IL MOSE

Un triste spettacolo sempre piu' frequente che rischia di uccidere la città, dice Riccardo Calimani, scrittore e storico veneziano autore, tra le numerose opere, di una ampia "Storia della Repubblica di Venezia". "La situazione è molto grave, non solo per i beni artistici ma per la vita stessa di Venezia e dei suoi abitanti" è l'allarme che lancia attraverso l'Agi. dicendosi "molto preoccupato, soprattutto perché manca totalmente una progettualità, un dibattito pubblico sugli interventi da fare per evitare una catastrofe che non riguarda solo l'immenso patrimonio storico e artistico ma tutti noi che ancora viviamo qui. Ora il vero problema è se il Mose funzionerà, ma la mia impressione è che si sia sbagliato del tutto approccio". I progettisti della faraonica opera che dovrebbe limitare l'impatto delle maree su Venezia, secondo lo storico, non hanno appreso la lezione del passato: "Durante la Serenissima si facevano interventi graduali e reversibili, si faceva e si disfaceva, per essere pronti a fronteggiare le emergenze senza alterare l'equilibrio della laguna. Il Mose è tutto il contrario, è stata una mangiatoia, sono stati fatti errori enormi". Il problema, secondo Calimani, e' dunque ben lontano dall'essere risolto: "È una questione strutturale, un'emergenza drammatica. Oggi parliamo della Basilica di San Marco, e ci mancherebbe, ma dobbiamo ricordare al mondo che tutta la città soffre, le fondamenta delle case vengono corrose, i negozi vengono allagati, non c'è da stupirsi se il centro storico si svuota. Noi veneziani siamo ormai disincantati: se sei un commerciante soffri perché è sempre più difficile, se sei un cittadino normale ti metti gli stivali alti fino all'inguine e cerchi di andare avanti. Ma il Paese deve capire che non si può più perdere tempo, non dobbiamo parlare di Venezia solo in un giorno di acqua alta record, andrebbe sentito come un problema nazionale. E invece si parla di altro".