Bibbiano, il sindaco Andrea Carletti torna per decisione della Magistratura uomo libero. Secondo la Cassazione non c’erano le condizioni per l’arresto. Non doveva essere arrestato, punto. Per dirla come piace dirla a Salvini: punto! Dopo sei mesi è atto giudiziario che il sindaco Andrea Carletti affronterà un processo per un presunto abuso d’ufficio, cioè l’aver concesso l’uso di spazi pubblici alla cooperativa Hansel e Gretel.

Abuso d’ufficio, una ipotesi di reato in cui incorrono praticamente tutti i sindaci d’Italia, come loro stessi lamentano, in prima fila quelli della Lega o di Fratelli d’Italia. Abuso d’ufficio, aver dato, autorizzato, firmato l’uso di alcune stanze. Questa l’ipotesi di reato. Niente trama e combutta con chi sottraeva bambini alle famiglie, niente collaborazione e complicità con chi rubava bambini, niente mercato degli infanti con a capo il sindaco e la politica e il suo partito, il Pd. Affidi illeciti e allontanamenti artificiosi di minori sono le accuse che coinvolgono altri. Non il sindaco, non la politica, non il Pd.

Lo dice un giudice a conclusione e bilancio delle indagini. E lo dice dopo sei mesi. Sei mesi di cui almeno i primi tre o quattro percorsi, riempiti, farciti per ogni dove del grido indignato: "Parlateci di Bibbiano!". Parlateci di Bibbiano facevano risuonare nelle aule parlamentari deputati e senatori della Lega, di FdI e di M5S. Parlateci di Bibbiano si gridava e cioè parlateci della vostra vergogna, parlateci di come rubate i bambini alle famiglie! Di Maio fu il più esplicito e secco, fremeva di indignazione: "Un partito che ruba e poi si vende i bambini, il Pd". Pubblica dichiarazione.

Di Bibbiano Salvini si portò una ragazzina sul palco della campagna elettorale (poi si seppe non era di Bibbiano ma venne buona lo stesso per la scena). La Meloni nella parte della mamma che solo come mamma può intuire l’infinito dolore apportato dall’infame politica che ruba i bambini. Parlateci di Bibbiano! Intimava lo scelto pubblico di molti talk-show televisivi. Parlateci di Bibbiano! Perché non parlate di Bibbiano? Intimavano così molti di quelli che telefonavano alle radio di informazione e di chiacchiera e parlateci di Bibbiano era un must sui social. Parlateci di Bibbiano era diventato un brand, un marchio: quello del cittadino inorridito e furente. Parlateci di Bibbiano!

E il sottinteso era: non ne parlate perché siete complici e volete coprire! Ovviamente di Bibbiano si parlava un sacco, ovunque, ogni giorno. Ma c’era un intero popolo che si sentiva in credito di parole su Bibbiano, di richiami e accenni e invettive a quelli di Bibbiano. Parlateci di Bibbiano e se non lo fate siete servi del sistema e al soldo della sinistra (che, è bene ricordarlo, anche ai tempi che si chiamava comunista i bambini se li mangiava). Per mesi parlateci di Bibbiano è stata voce di popolo, il nuovo popolo. Bene, popolo, parliamo di Bibbiano?

Ne vogliamo parlare anche ora o non ne vuoi, popolo, parlare più. Vuole ancora parlare di Bibbiano Luigi Di Maio ora che è atto giudiziario che, qualunque cosa sia stato, politica non c’entra? Vuole ancora parlare di Bibbiano Giorgia Meloni ora che è atto giudiziario come il sindaco Pd non andasse arrestato? Vuole ancora parlare di Bibbiano Matteo Salvini, cosa gli consiglia la Bestia che interpreta gli umori social e poi glieli detta perché li rispedisca alla gente in copia. Vogliono ancora parlare di Bibbiano i giustizieri dei mangia bambini che hanno affollato i social e fatto ressa a dirsi sgomenti e pronti alla vendetta? Parliamo ora di Bibbiano? Non vi va più tanto, è comprensibile. Ne era stata costruita una al tempo nostro che funzionava anche meglio di quella dei comunisti mangia bambini (allora pochissimi ci credevano davvero e quasi tutti, anche gli anti sinistra di ogni tipo, sapevano che era propaganda, efficace ma propaganda).

Stavolta invece piaceva crederci come fosse realtà indiscussa e indiscutibile, questa del Pd partito ruba e vendi bambini in molti ci si erano affezionati, invaghiti, innamorati persi. Non va più tanto di parlare di Bibbiano ora che il partito ruba e vendi bambini non c’è più, deve essere la delusione che segue alla fine di un grande amore.

di LUCIO FERO