Un po’ congresso fantasma e un po’ congresso funerale. Alle ore 8 e 30 di sabato in un albergone della periferia di Milano, l’Hotel Da Vinci, si celebrerà il congresso federale straordinario della Lega Nord per l’indipendenza della Padania. Oltre 500 delegati. Con un ordine del giorno che recita così: modifiche dello statuto, comunicazioni del segretario federale. Nessuna pubblicità sull’evento del primo partito del Paese. Nessun annuncio su facebook o su twitter, come conviene alla tradizione del segretario più social della politica italiana. E basta dare un’occhiata al sito internet della Lega e accorgersi che del congresso non c’è traccia. Silenzio. I mugugni arrivano fino alla Capitale. Anche perché dietro quella parola "modifiche" si cela la fine di un’era, quella del Carroccio del senatùr Bossi. E allora non è un caso se solo qualche giorno fa al quotidiano La Repubblica Gianni Fava, che è stato l’ultimo ad aver sfidato in un congresso Matteo Salvini, si sia lasciato andare con queste parole: "Sarà un vero e proprio funerale anche se mascherato". Insomma, a questo punto occorre capire cosa ci sia dietro queste modifiche statutarie. Le bocche a via Bellerio restano cucite. Colui che ha scritto l’adeguamento dello statuto, vale a dire il mago dei regolamenti Roberto Calderoli, la mette così: "Prima una cosa deve essere sottoposta a quelli che sono chiamata a votarla, poi si diffonderà alla stampa". Intanto, l’Adnkronos ha diffuso alcune indiscrezioni relative alla bozza dello statuto che il congresso federale dovrà approvare sabato. Ecco, al netto delle precisazioni rassicuranti che continua a spargere lo stato maggiore leghista, il vecchio Carroccio si trasformerà in una sorta di bad company cui sarà scaricato il famoso debito di 49 milioni di euro rateizzato in 82 anni. Con una mossa Salvini asciuga la struttura e l’organigramma della Lega nord, senza sostanziali cambiamenti politici. Ad esempio, sarà consentita la doppia iscrizione per cui chi è iscritto alla Lega Nord potrà confluire anche nella Lega per Salvini premier, la nuova creatura del Capitano che non solo ha soppiantato il fu Carroccio ma ha nazionalizzato un partito che solo fino a qualche anno fa professava l’indipendenza della Padania. E poi ancora il segretario della Lega Nord potrà essere in carica per cinque anni. Tuttavia resterà il famoso articolo 1 della statuto quello che mette a verbale l’Indipendenza della Padania. Dettaglio di non poco, non ci sarà il downgrade il vecchio malato Umberto Bossi che continuerà a rimanere presidente a vita e garante dell’unità, seppur con poteri limitati. Decadono infatti alcune funzioni, rispetto allo statuto precedente, dove si leggeva, che Bossi "è garante dell’unità della Lega Nord e promuove, con ogni idoneo mezzo, l’identità padana in collegamento con il Parlamento della Padania e di intesa con il Consiglio Federale". Quest’ultimo adesso è stato eliminato. Eppure il congresso fantasma, il congresso del funerale si ricorderà anche per l’articolo 10 del Regolamento. Testuale: "Le eventuali proposte emendative al testo approvato dal consiglio federale dovranno essere sottoscritte da non meno di 150 delegati, iscritti ad almeno 4 nazioni diverse, entro e non oltre le ore 13 di giovedì 19 dicembre". Cioè ieri. Impresa praticamente impossibile. Cui si aggiunge un paradosso: "In caso di approvazione non si procederà al voto degli eventuali emendamenti al testo presentati". Come dire, il testo è blindato e non sarà possibile apportare modifiche. Prendere o lasciare. Detto questo, Salvini non sarà più il segretario della Lega Nord. E al suo posto, infatti, sarà scelto un commissario di stretta osservanza. Ed è come se da sabato avesse inizio la "fase due" del Capitano leghista. Archiviata la storia del Carroccio, l’ex ministro dell’Interno potrà concentrarsi sulla sua creatura. Per il 2020 la war room di Salvini prevede un altro congresso, questa volta vero, della "Lega per Salvini premier", ovvero l’aggregatore nazionale sul quale sta investendo per scalare il Belpaese. Nella bad company resteranno invece i debiti e un pezzo di vecchia Lega che Salvini desidera allontanare.

GIUSEPPE ALBERTO FALCI