Non aver assegnato le deleghe ai suoi sottosegretari, malgrado fossero già state destinate, concede al ministro degli Esteri una sorta di onnipotenza e la possibilità di offrire a chi più gli aggradi, una missione alla volta. Per come io la vedo, conoscendo i personaggi del M5S a cui il ministro si appoggia, come ad esempio Di Stefano e, chissà, Di Battista, potrebbe essere un’altra oasi di accoglienza per rappresentanti di quelle dittature sudamericane che in molte occasioni, proprio i pentastellati – ma non solo – hanno citato come modelli da seguire. Come già aveva fatto notare Francesco Maselli su "Il Foglio" (1) La mancata assegnazione delle deleghe può sembrare una questione tecnica senza particolari conseguenze, ma comporta dei problemi concreti.

Il primo è amministrativo: in assenza di competenze predeterminate tutti i dossier che deve trattare la Farnesina arrivano al gabinetto del ministro, che di volta in volta li smista ai sottosegretari. È un processo bizantino, si decide con pochissimo anticipo chi, tra i membri politici del ministero, prenderà in carico la missione, che naturalmente viene preparata in fretta e furia: "Si crea un collo di bottiglia che fa lavorare tutti male, i diplomatici interni, quelli che sono all’estero e i livelli politici", ci spiega una fonte diplomatica. Le disfunzioni non terminano qui, perché con procedure così lente è impossibile pianificare le partecipazioni ai summit internazionali di medio livello che non prevedono la presenza del ministro. Questo tipo di eventi viene in genere seguito dai sottosegretari di competenza, ma se queste non sono definite come si fa a sapere in anticipo chi parteciperà?

Di Maio ha dato la delega per l’Export al suo amico rivoluzionario Di Stefano, mentre quella per i rapporti con l’America latina se la tiene stretta. Lo vedo come un possibile danno per l’Italia se andasse a Di Battista o a Di Stefano, sostenitori del chavismo. Sicuramente un ottimo canale per rinvigorire la revolución bolivariana che in molti cercano di diffondere in Italia. Per quei pochi che non conoscono a cosa ci si riferisce, basti pensare al disastro che la "rivoluzione bolivariana chavista" ha causato in Venezuela, il cui regime, nelle mani del dittatore Nicolás Maduro, ha distrutto socialmente ed economicamente il Paese. Mentre il Ministro degli Esteri tiene per sé la delega, risulta curioso che qualcuno (legittimamente?) faccia le veci di un sottosegretario per i rapporti con l’America latina mentre il ministro mantiene un religioso silenzio.

In svariate occasioni si è mosso Ricardo Antonio Merlo del M.A.I.E. (Movimento Associativo Italiani all’Estero), svolgendo tali funzioni che, probabilmente, non gli corrispondono. Occorre sottolineare che la delega per i rapporti con l’America latina si era deciso che dovesse andare a Marina Sereni del PD ma qualcosa, in segreto, è cambiato. Non è nemmeno un mistero che Merlo fosse molto interessato a quella delega poiché, essendo il capo di un partito di italiani in Sudamerica, gli farebbe molto comodo, ma è sotto gli occhi di tutti che sarebbe un gravissimo conflitto d’interessi. Ho dato anche un’occhiata al sito della Farnesina (2) dove sono pubblicate le situazioni patrimoniali e reddituali dei viceministri e sottosegretari, tra le altre proprietà di Merlo, leggiamo: Construrbana Srl - Società di costruzioni con sede in Argentina. La Inversion Srl - Società di costruzioni con sede in Argentina. Altre partecipazioni in società Construcity Srl - Società di costruzioni con sede in Argentina.

Credo sia legittimo porsi delle domande per capire se ci siano o no, interessi politici e/o economici, anche dietro ai movimenti in Venezuela, dove pare proprio sia di casa; d’altra parte, pur non essendo titolare della nomina per i rapporti con l’America Latina ha rappresentato il governo italiano agli insediamenti di Fernández in Argentina e di Lacalle Pou in Uruguay. Dubbi che non possono essere dissipati senza risposte, anche alla luce di quanto si legge su "Gente d’Italia" il 9 luglio 2019 (3), con riferimento alla costruzione di nuovo consolato italiano a Montevideo: "I grandi interessi economici in gioco non fermano il progetto del Maie avallato dalle istituzioni italiane. Strano ma non molto. Non aumentano gli impiegati ma si trovano i soldi per costruire e affittare dopo anni di abbandono. Come mai? Anche il governo del cambiamento ha fretta di tagliare qualche nastro. O bisogna far guadagnare parecchi soldini a architetti e impresa di costruzione amici? Domande che si accavallano anche per lo strano bando per la costruzione del nuovo Consolato in Uruguay che, sempre su "Gente d’Italia"(4), viene ritenuto "strano" per aver dato solo 10 di giorni di tempo per la gara d’appalto.

Per non parlare della preoccupazione che significhi aver dato la delega a Di Stefano per via della delicata vendita di armamenti poiché, com’è risaputo, il pentastellato propenderebbe per l’Iran e il mantenimento di rapporti commerciali con i Paesi arabi filo-occidentali ha un forte risvolto geo-politico. Il "tira e molla" di Luigi Di Maio ha fatto giustamente arrabbiare l’On. Scalfarotto (Italia Viva) per i motivi che ha chiarito su "Il Foglio" (5) La vera rivalità, per il peso che ricopre la delega al commercio estero, è tra Ivan Scalfarotto e Manlio Di Stefano. Lo scontro tra i due è tutto politico: Scalfarotto è l’unico sottosegretario di Italia Viva, e Di Maio vorrebbe evitare che la competenza più importante da assegnare finisca a un renziano, anche se è quanto previsto dall’accordo chiuso con Dario Franceschini; d’altro canto Manlio Di Stefano, attivissimo in questi mesi per cercare di accreditarsi come miglior candidato al commercio estero, è uno dei pochi membri del Movimento 5 stelle rimasto fedele al capo politico. Una fedeltà apprezzata da Di Maio, che vorrebbe evitare frustrarne le ambizioni.

Così, sceglie di non decidere, anche se il prezzo da pagare è un ministero senza una direzione chiara. Una matassa difficile da sbrogliare che scatena dubbi. Tutti questi movimenti - forse - per opere benefiche, potrebbero nascondere – anche - interessi economici? Per quale motivo Di Maio non molla ufficialmente la delega per i rapporti con l’America latina mentre Ricardo Merlo si comporta come se ne fosse già il titolare? L’Italia e le forze politiche che tanto acclamano la "chiarezza" dovrebbero spiegarci se dobbiamo preoccuparcene o no. La trasparenza che tanto hanno sventolato i pentastellati appare alquanto offuscata. Per l’ennesima volta il M5S si contraddice. Conflitti d’interesse con una sorta di abuso di potere nei giochetti di palazzo?

COSMO DE LA FUENTE

  1. https://www.ilfoglio.it/politica/2019/12/10/news/perche-di-maio-non-si-decide-a-dare-le-deleghe-al-ministero-degli-esteri-291560/ 
  2. https://www.esteri.it/mae/it/ministero/viceministri_sottosegretari/ricardo-antonio-merlo/posizione-patrimoniale-e-reddituale-merlo.html   
  3. http://www.genteditalia.org/2019/07/09/nuovo-consolato-di-montevideo-il-dissennato-piano-dellaccoppiata-merlo-vignali-prosegue/  
  4. http://www.genteditalia.org/2019/05/30/nuovo-ufficio-consolare-a-montevideo-arriva-linterrogazione-parlamentare/   
  5. https://www.ilfoglio.it/politica/2019/12/10/news/perche-di-maio-non-si-decide-a-dare-le-deleghe-al-ministero-degli-esteri-291560/