Bruxelles, capitale frizzante e viva, caotica e piacevolmente cosmopolita, si è svegliata lunedì mattina avvolta da una calma e tranquillità quasi surreale. Un silenzio per certi versi assordante, avvolge la città. Pochissime persone in giro per le strade, e tutto chiuso. Bar, ristoranti, cinema teatri. Trasporti pubblici non più affollati e strade vuote, in un inizio settimana che sembra più tranquillo di una domenica d’agosto. Con le istituzioni dell'UE che chiedono al personale di lavorare da casa e le autorità belghe che ordinano la chiusura di bar e ristoranti anche i marciapiedi del vivace quartiere europeo di Bruxelles, solitamente pieni di gente si ritrovano tristemente vuoti e il traffico praticamente inesistente. Intorno all'edificio Berlaymont, sede europea della Commissione, una manciata di funzionari nervosi dell'UE si è precipitata nei supermercati per immagazzinare carta igienica e fazzoletti di carta per preparare il "telelavoro" delle prossime settimane.

Nel frattempo, i baristi sono preoccupati degli effetti di dover chiudere le loro attività almeno fino al 3 aprile e le estetiste si sono viste arrivare decine di telefonate di cancellazione dell'ultimo minuto. A Kitty O'Shea's, un noto pub irlandese vicino alla Commissione, di solito c'è un flusso continuo di funzionari che si scambiano pettegolezzi d'ufficio davanti ad una birra belga. Già da venerdì il bar aveva solo una manciata di clienti mischiati a solitari turisti capitati in zona in cerca di un piatto di patatine fritte. Uno dei baristi, racconta che la gente, una settimana fa appena, si sarebbe messa in fila per un drink e ci sarebbero stati almeno tre impiegati dietro al bancone per servirli. "Ora sono solo e pronto a chiudere il bar a mezzanotte".

"È davvero brutto perché stiamo perdendo ore di lavoro." Il personale impiegato potrebbe avere un risarcimento dall'assicurazione ma mai vicino all'80% perso. The Old Hack, un altro famoso locale nel quartiere dell'UE, che è stato chiuso, già da venerdi era pressoché deserto. Al vicino snack bar EXKi, sempre da venerdì sconti del 20 percento sui cibi freschi prima della chiusura di tre settimane. Café Vergnano 1882, il famoso caffè italiano sulla rotonda di Schuman, già da venerdì aveva già smesso di servire cibo agli ultimi clienti. I funzionari del Berlaymont hanno visto i loro uffici quasi completamente abbandonati a causa delle recenti misure anti-coronavirus. Molti uffici della commissione restano occupati solo dai capi di gabinetto e altri, che la stessa presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha definito dipendenti "essenziali".

"Alla Commissione c'è una atmosfera pazzesca", ha dichiarato un funzionario che vuole restare anonimo. "Ogni volta che una persona starnutisce in un ufficio, tutti i suoi colleghi lo fissano spaventati." Lo stesso funzionario, racconta anche di aver deriso una nota inviata allo staff da Ilze Juhansone, il segretario generale della Commissione, che ha affermato che nonostante il coronavirus "dovremmo comunque anche guardare indietro ed essere orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato insieme "ed elencato vari compiti completati durante i primi 100 giorni dell'amministrazione von der Leyen. "Dobbiamo celebrare i 100 giorni della Commissione nonostante la sensazione di essere lasciati sul Titanic", ha osservato il funzionario, lamentando anche la mancanza di coordinamento tra le tre principali istituzioni dell'UE sulle misure anti-coronavirus.

Al Parlamento europeo, alcuni hanno trovato modi innovativi per adattarsi al lavoro da casa. Daniel Freund, un membro tedesco del gruppo Greens, ha affermato di aver iniziato a realizzare video a casa dei discorsi che avrebbe dovuto tenere in parlamento. Il Parlamento ha spostato la sessione di Strasburgo della settimana scorsa a Bruxelles e poi l’ha interrotta, senza tenere alcun voto. Ha inoltre annullato la sua prossima sessione plenaria a Strasburgo, prevista per la fine del mese, a causa della diffusione del coronavirus. Insomma scene di ordinaria follia nelle sedi delle istituzioni europee. La scia di paura e l’isolamento forzato si è fatto sentire già da venerdì scorso.

Il supermercato Carrefour su Schuman è stato l'unico luogo occupato nel quartiere europeo. Molti funzionari e residenti locali stavano in piedi in linea con i sacchetti pieni di generi alimentari e carta igienica. "La settimana prossima lavorerò da casa e avrò bisogno di cibo", ha dichiarato un funzionario dell'UE con il carrello pieno di pasta e cereali. Il direttore del supermercato, ci indica la sezione di carta igienica semivuota con aria sconcertata. "Non ho parole", ha detto. "Le persone fanno la spesa come se vivessero in tempo di guerra. Comprano carta igienica e fazzoletti, ma per cosa? Solo le scuole e i bar stanno chiudendo ... Ciò impedirà loro di mangiare?".

A L'Hair du Temps parrucchiere e salone di bellezza sul vicino Boulevard Charlemagne, il 95 per cento dei clienti sono donne funzionari della Commissione. Venerdì scorso il locale era vuoto. "Quasi tutti i miei appuntamenti per parrucchiere o manicure sono stati cancellati per la settimana", racconta uno dei responsabili, "e mi aspetto più chiamate oggi". Non è un rientro dal fine settimana normale. Qualcosa è cambiato, e sui visi delle persone si intravede una paura sconosciuta. Quel terrore che ridisegna i volti di chi vive in guerra è diventato anche il nostro. Una guerra subdola contro un nemico invisibile.

Margareth Porpiglia