Oltre al danno la beffa. Bloccati da due mesi in Uruguay e senza alcuna certezza all’orizzonte, gli italiani ancora in attesa di partire sono furibondi: l’apertura del bando per la costruzione del nuovo consolato di Montevideo è la goccia che fa traboccare il vaso, l’ultimo capitolo di una storia tragicomica che chiama in causa il Ministero degli Esteri guidato da Luigi Di Maio e il suo sottosegretario Ricardo Merlo. Che nel pieno dell’emergenza dovuta al coronavirus lsi preoccupa di stanziare un milione e mezzo di dollari per costruire una cattedrale nel deserto, vale a dire la nuova sede del consolato di Montevideo voluta solo da lui, Merlo se dal suo referente uruguaiano Aldo Lamorte.

Anziché risolvere il problema dei servizi consolari, il progetto fortemente sponsorizzato dal Maie attraverso una campagna di disinformazione finirà solo per arricchire le tasche di qualcuno come temono in molti. Tra gli italiani bloccati in Uruguay ci sono anche persone anziane e con problemi di salute che aspettano da tempo una risposta certa dal governo italiano, così veloce quando si tratta di aprire le gare d’appalto misteriose, così lento quando si tratta invece di risolvere i problemi dei connazionali.

Tutti i loro voli sono stati cancellati in diverse occasioni e le proposte ricevute grazie all’impegno delle altre ambasciate sono un’incognita. "Una presa in giro" afferma imbufalita Doreley Cammarano che da Milano sta facendo di tutto per far rientrare i suoi genitori settantenni con problemi di salute: per loro quella che era la solita vacanza estiva per visitare i familiari si sta trasformando in un incubo.

"Capiamo che la situazione è difficile ma da parte dell’Ambasciata non stiamo ricevendo alcun tipo di aiuto. Loro ti dicono ci sono questi voli, arrangiatevi come potete. Si fanno pubblicità dicendo che ci sono voli di rimpatrio ma è una grande falsità perché i voli -organizzati dalle altre ambasciate- arrivano in altre città europee e poi non c’è alcuna certezza di avere un collegamento con l’Italia. Bastava un solo volo di Alitalia diretto a Roma all’inizio e tutti sarebbero partiti e non ci sarebbero stati problemi. Possibile che era così difficile organizzarlo? Stiamo ricevendo solo proposte vaghe e bugie. Se non sono capaci di risolvere questi problemi mi chiedo a che cosa servono i nostri rappresentanti diplomatici". Il fiume di denaro pubblico che arriverà dall’Italia per costruire il consolato di Merlo la lascia incredula, basita: "Qui non arrivano i soldi per far ripartire l’economia in crisi e si pensa di costruire questa sede in Uruguay? Evidentemente qualcuno sta aspettando che arrivino i soldi per farli sparire come succede spesso con i lavori pubblici in Italia.

Bisogna usare questi soldi per far rimpatriare i connazionali bloccati nel mondo. Occorre la massima trasparenza". Quello di Salvatore Di Stefano, siciliano di 75 anni, è un altro dei casi più problematici: "Sono arrivato a fine dicembre per visitare i familiari della mia compagna ma adesso sto vivendo un dramma perché sento di aver perso i miei diritti civili come cittadino italiano. Soffro di un problema al cuore e devo prendere delle medicine che tra poco finirò. A breve mi scadrà anche il visto turistico. Ho cercato di prenotare quei pochi voli europei che c’erano ma i posti sul sito si esaurivano subito. L’Ambasciata fa quello che può ma è stata lasciata completamente sola dalla Farnesina". Sul consolato non ha dubbi: "Fa parte del magna magna generale che c’è nel nostro paese, si guardano solo gli interessi di parte e basta. L’importante è che arrivino quanto prima i soldi per arricchire gli amici degli amici. Dei veri problemi della gente non importa nulla".

Per Sergio Traversa, italouruguaiano residente a Torino da oltre un ventennio, la paura oggi è nella mancanza di lavoro: "Adesso sono in cassa integrazione ma tra poco finirà e non so come farò, è una grande incognita. Ho anche un problema al cuore, dovevo fare una visita medica ma adesso non so quando potrò farla". Alcuni giorni fa, racconta, stava per partire con un volo di Air France ma poche ore prima della partenza una telefonata ha bloccato ogni speranza: "Dipendiamo dagli altri paesi, ci illudono e poi ci dicono che non c’è più posto e restiamo in lista d’attesa. Vedendo quello che hanno fatto Francia, Germania e Spagna che hanno assicurato i rimpatri a basso costo noi ci sentiamo completamente abbandonati dalle istituzioni italiane". "Un milione e mezzo di dollari per il consolato di Montevideo" -sostiene con grande amarezza- "oggi appare una vergogna. Qualcuno crede che sono più importanti le spese inutili che i connazionali alla deriva".

Tra gli italiani c’è chi invece sembra aver avuto più fortuna e attraverso giri interminabili è riuscito a partire o almeno ci proverà. A meno di sorprese dell’ultimo momento tra qualche ora Juri Cioffo e Francesco Magistrali saliranno su un aereo che li porterà a Milano da San Paolo sperando di non perdere le coincidenze come è già successo tante altre volte in queste settimane. "Questo è il periodo ideale per dare meno nell’occhio e aprire il bando per il consolato che puzza di intrallazzi". A parlare è il toscano Juri Cioffo che ha deciso di tornare in Italia a causa del lavoro fermo in Uruguay. "Hanno già tutto organizzato, purtroppo in Italia le cose funzionano così. Ci sarà il solito mangia mangia, sarà tutto pilotato. Noi abbiamo pagato di tasca nostra il volo e non ci lamentiamo ma una cosa è certa: destinare questi fondi oggi al progetto di costruzione del consolato è sbagliatissimo perché si dovrebbe pensare prima all’assistenza verso i connazionali in difficoltà e sono in tanti".

"Ci siamo sentiti abbandonati dalla Farnesina" ripete Francesco Magistrali, ricercatore piacentino che ha dovuto sospendere il suo lavoro in Sud America con due mesi d’anticipo rispetto al previsto. "Facendo rapidamente due calcoli almeno una piccola parte di quella cifra poteva essere spesa per far rientrare gli italiani bloccati, circa 2mila euro a testa come chiedono le compagnie aree. E invece si sceglie di sostenere una spesa che non ha alcuna urgenza. Io sono fortunato e non voglio fare polemica ma tra di noi c’è gente che non può pagare quelle cifre e ci sono anche persone anziane e con problemi di salute che non possono affrontare un viaggio che sarà un’odissea senza avere alcuna certezza di poter arrivare in Italia".

MATTEO FORCINITI