Introvabili. Come se non fossero mai esistite. Il prezzo calmierato imposto dal Governo a mezzo annuncio divulgativo del commissario straordinario Arcuri le ha fatte sparire dalla circolazione. "Gli italiani hanno la mia parola, le mascherine costeranno cinquanta centesimi, il prezzo è imposto. Si potranno acquistare in cinquantamila punti vendita". Col cavolo, verrebbe da dire, e anche peggio. Ma buona educazione e censura impongono l’uso di un linguaggio distante da quello scurrile. Il risultato è comunque garantito, negativo nella sua massima espressione. Le mascherine a prezzo calmierato non si trovano da nessuna parte, per la disperazione degli italiani ancora una volta drammaticamente buggerati da facili promesse e da decisioni governative improntate alla pura teoria. Alle belle buone parole non stanno seguendo i fatti, a qualsiasi livello. Pratica e teoria continuano ad occupare pianeti distanti. Povera Italia e poveri italiani. "I broker non consegnano, da quindici giorni hanno smesso di lavorare", si premura di chiarire Federfarma, i cui associati farmacisti sono il terminale di proteste e gride disperate da parte dei cittadini, che non sanno più a quale santo rivolgersi. "Appreso del costo calmierato, i broker si sono bloccati. Stimiamo che siano fermi almeno venti milioni di mascherine". Tardano le consegne e quelle che costano di più, le mascherine, restano in magazzino. Le farmacie hanno dato fondo a tutte le scorte al prezzo stabilito dal commissario Arcuri, 0,61 euro e non 0,50 come annunciato. Le farmacie erano comunque convinte che i grandi distributori procedessero a consegne rapide, dopo gli accordi con la Protezione civile. Ma al momento le mascherine non sono arrivate. Entrate di prepotenza nel gergale di tutti i giorni, le cosiddette chirurgiche non sono pervenute alle farmacie. Segnalazioni che arrivano da più parti raccontano di esercizi che le venderebbero con un sovrapprezzo. Due euro l’una, indossabili una sola volta. Mascherine nonouso. "Dovrebbero tornare disponibili nel giro di tre giorni", prevede il presidente di Federfarma, Annarosa Racca. In Italia, intanto, le farmacie vendono le loro, di mascherine. A prezzi che variano da 2,40 a 5 euro in su, quelle che filtrano dal 92 al 99%. A Bologna sono state distribuite a operatori delle Rsa, dipendenti comunali, personale carcerario e rider 50mila mascherine, frutto di donazioni. La Regione Emilia ne ha consegnate 175mila, chirurgiche. Gratis anche le 350mila che saranno date gratis nei negozi e nelle edicole, la prossima settimana. Ma con le monouso non ci fai nulla, proprietarie come sono, in esclusiva, della funzione usa e getta. Il popolo passa immeritatamente per cannibale, sessanta milioni di divoratori di mascherine. La Regione Toscana consegna gratis 1,8 milioni di mascherine chirurgiche, tramite le farmacie. Durano un lampo, vanno rapidamente esaurite. Mentre quelle a prezzo calmierato sono praticamente introvabili. Prezzi alle stelle in alcuni quartieri di Roma, Prati, Talenti, Trieste. Alla stazione Tiburtina nessun modello di mascherina è disponibile. Introvabili a Napoli quelle da cinquanta centesimi. Alcune farmacie le custodiscono nei loro depositi, ancora prima che il commissario Arcuri fissasse il prezzo calmierato. E qua e là, pare vendessero a prezzi maggiorati. Braccia allargate, "siamo messi male anche noi, non solo voi", adesso aspettano le decisioni della grande distribuzione. Consegnate o no, quando vi decidete? Ti conosco, mascherina. Il mistero italiano è rappresentato anche a Bari e Palermo. Nel capoluogo pugliese i cittadini, per ora, devono accontentarsi di altri modelli. Quello in voga è usa e getta in garza venduto alla grande nei supermercati Conad City. Un pacco da trenta costa 9 euro. "I ritardi degli enti certificatori bloccano i rifornimenti e con il via alla fase 2 si rischia un’emergenza nell’emergenza", ammonisce e allarma il presidente di Federfarma Palermo, Roberto Tobia. Più della metà delle mascherine chirurgiche sono finite; quel poco che resta viene venduto a 61 centesimi, ovvero 50 più Iva. Palermo è città onesta nella guerra di contenimento del virus. La La situazione permane comunque difficile, pesante, con sconfinamenti evidenti nel dramma. Questo delle mascherine chirurgiche introvabili. O soggette a sequestri, la Pivetti è al secondo in pochi giorni. Profumo di papocchio e d’imbroglio, consumato sull’asse Milano-Cina. La realtà comunica quanto segue a firma Marco Cossolo, presidente di Federfarma. "Le mascherine con marchi CE non si trovano e non mi interessa conoscere la ragione. Quelle importate con l’autocertificazione non possono essere vendute, malgrado i nostri magazzini ne siano pieni. L’Istituto superiore di sanità, che deve autorizzarle, non riesce ad evadere le pratiche. E quelle che Arcuri si è impegnato a rendere disponibili non sono ancora arrivate". "Triste y solitario final", per dirla con Osvaldo Soriano, il gordo, il grasso, magnifico scrittore argentino. Il solito malinconico tristissimo tango all’italiana. Fresca puntata del tormento nazionale. Purtroppo non è una fiction.

FRANCO ESPOSITO