Giuseppe Conte, "a rapporto" dai pm, se ne lava le mani. Si è svolta ieri, a Palazzo Chigi, l'audizione del premier con i pubblici ministeri della procura di Bergamo nell'ambito dell'inchiesta sulla mancata "zona rossa" ad Alzano Lombardo e Nembro. Il presidente del Consiglio è stato sentito per circa 3 ore dalla pm Maria Cristina Rota, giunta nella Capitale insieme con i sostituti Paolo Mandurino, Silvia Marchina e Fabrizio Gaverini.

Successivamente è stata ascoltata per un'ora circa anche la titolare del Viminale Luciana Lamorgese. Poi è toccato al ministro della Salute, Roberto Speranza. "Ho voluto chiarire tutti i passaggi nei minimi dettagli" si è limitato a commentare il capo dell'esecutivo al termine dell'audizione. Parole di prammatica, le sue. Che però, stando a Dagospia - che cita come fonte il sito tpi.it - non avrebbero svelato niente di quanto, in realtà, il capo del Governo avrebbe riferito ai giudici.

Stando infatti alle indiscrezioni del portale, il premier avrebbe scaricato nuovamente la responsabilità della "mancata chiusura" sul governatore lombardo Attilio Fontana, non discostandosi di molto rispetto a quanto da lui sostenuto negli ultimi mesi: "La Regione Lombardia aveva gli strumenti tecnici per agire in autonomia come hanno fatto altre Regioni del Belpaese" sarebbe stato il mantra, in versione pilatesca, del premier.

Sarà. Ma se la colpa del mancato lockdown lombardo va ricercata ai "piani alti" del Pirellone come mai allora - sarebbe stata l'obiezione mossagli - il governo decise di mandare l'Esercito in Val Seriana e, tre giorni dopo, diede ordine di sbaraccare tutto? E ancora, perché Conte e i suoi ministri non ascoltarono i "consigli" del presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, Silvio Brusaferro, che pure spingeva per la serrata?

A dir poco emblematico il commento di Matteo Salvini (Lega): "Conte in procura? Non commento con parole mie ma con quelle del pm di Bergamo, spettava al governo creare le zone rosse, la Regione Lombardia non aveva alcuna responsabilità". E, scrive sempre Dagospia, un membro del governo avrebbe rivelato qualcosa che potrebbe dare ragione alle parole della Rota: "Non è stato fatto neanche un Consiglio dei ministri per Nembro e Alzano come per Codogno. Erano i giorni dei Dpcm, delle scelte solitarie". Tradotto in soldoni: Conte rischia di essere indagato per epidemia colposa.