Diciamolo chiaramente. L'aver prorogato almeno fino al prossimo 31 luglio il divieto di arrivo in Italia da parte di cittadini provenienti da alcuni Paesi come l'America, non è per niente un buon segno per il BelPaese. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha deciso, in accordo con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di proseguire sulla linea della "prudenza". In pratica sbattendo la porta in faccia a priori a tutti. Senza se e senza ma. Una presa di posizione che convince poco o nulla e che porta quasi a pensare che l'italico governo giallorosso più che affrontarlo, il problema, preferisca ignorarlo.

Un peccato, perché con severi controlli, sia in partenza che in arrivo, la situazione potrebbe essere gestita meglio e con tranquillità. Nel frattempo, chi piange per esempio per la mancanza di turisti statunitensi è l'intera industria del turismo tricolore: tra i paesi dichiarati off-limits, ricordiamolo, spiccano Brasile, Cile, Kuwait, Panama, Perù e Repubblica Dominicana. Ma lo stop, come si sarà capito, vale anche per i ricchissimi Usa. Insomma: una filiera enorme che giorno dopo giorno vede morire, lavorativamente parlando, centinaia di persone. Messe ko dalla pandemia e da una ripartenza che stenta a decollare.

E se ad albergatori, ristoratori, negozianti, agenzie di viaggio, agenzie di auto a noleggio e chi più ne ha più ne metta, gli si toglie il pane dai denti, è chiaro che l'intero settore è destinato a collassare. Ora, secondo i calcoli della Banca d'Italia, le presenze saranno più che dimezzate con un calo stimato del 55%. All'appello verranno a mancare 23 miliardi, pari all'1,5% del Pil. L'Enit è più pessimista: parla di una perdita di circa 67 miliardi: quasi il 3% del Pil. Ma soprattutto verranno a mancare i "big spender", vale a dire i visitatori che spendono di più. Con i voli ancora a terra da Mosca e dalle città del Nord (e del Sud) America e quelli da Shangai e Pechino, che viaggiano con il contagocce, resteranno lontani dall'Italia i turisti che spendevano più di tutti.

Tendenzialmente erano quelli che affollavano soprattutto le città d'arte. I soli clienti americani nel 2019 sono stati 4,4 milioni e hanno speso, secondo Bankitalia, oltre 5,5 miliardi di euro registrando quasi 40 milioni di pernottamenti. Ricordiamo che dal 1 luglio l’Unione europea ha aperto i propri confini all’interno dello spazio Schengen con l’aggiunta di Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia e Uruguay. A questi si aggiunge la Cina, ma in questo caso la Ue ha voluto applicare quasi una sorta di condizione di reciprocità: confini aperti ai cinesi soltanto nel caso in cui il Paese dell'estremo oriente concederà l'ingresso agli europei.