A causa dell’epidemia di coronavirus quest’anno, per la prima volta in 64 anni, non si svolgerà la cerimonia ufficiale al Bois du Cazier, l’ex miniera a Marcinelle dove l’8 agosto del 1956 morirono 262 minatori, 136 italiani. A causa del Covid, la città di Charleroi ha deciso di autorizzare solo un tributo simbolico, alla presenza di 50 persone, tra cui rappresentanti dell’associazione “Le Bois du Cazier”, familiari delle vittime, associazioni di ex minatori. Alla piccola cerimonia è attesa anche l’ambasciatrice italiana in Belgio, Elena Basile, che leggerà il messaggio del Presidente Mattarella.

La cerimonia inizierà con i 262 rintocchi della campana Maria Mater Orphanorum e la lettura dei nomi delle vittime per concludersi con la deposizione di una corona. Prevista anche una breve riflessione sul tema “Oggi come ieri, le sfide da affrontare per la professione medica”. Dalle 10.00 il sito del Bois du Cazier sarà aperto al pubblico, nell’orario consueto: chi vorrà potrà rendere omaggio alle vittime privatamente rispettando le regole (distanziamento sociale, mascherina) previste all’interno del sito museale. Dal 2001, l’8 agosto è la “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”. Diverse le commemorazioni anche in Italia, soprattutto nei paesi di origine dei minatori morti nel 1956.

A Marcinelle morirono, oltre ai 136 italiani, 95 belgi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 ungheresi, 2 francesi, un inglese, un olandese, 3 algerini e 2 sovietici. L’anno scorso il presidente Sergio Mattarella aveva definito l’episodio drammatico come “parte della memoria dell’Italia”.”Nel giorno in cui si commemora il sacrificio del lavoro italiano nel mondo desidero riaffermare la più partecipe vicinanza ai familiari delle vittime di Marcinelle e degli altri tragici eventi che hanno coinvolto i nostri connazionali all’estero, morti o feriti sul lavoro, prestato in condizioni difficili, per un futuro migliore per le proprie famiglie”, aveva scritto Mattarella. Quell’8 agosto di 64 anni fa, per i minatori di Marcinelle, che invano cercarono una via di scampo nei tunnel bloccati dalle fiamme, furono letali le esalazioni di gas. Non a caso, dopo questa strage nel sottosuolo, il Belgio introdusse nelle miniere la maschera antigas.