Acque agitate in casa 5 Stelle. Galeotta fu l'intervista di Luigi Di Maio al "Fatto Quotidiano" in cui l'ex capo politico grillino è tornato a proporre l'alleanza con il Pd in vista delle Comunali del 2021. "Da soli non si vince" ha spiegato il ministro degli Esteri, insistendo sulla necessità di riprendere il dialogo con l’alleato di governo dopo il fallimento dei negoziati a livello regionale. "Non governiamo nessuna Regione e abbiamo l′1% dei sindaci" ha aggiunto Di Maio, "voglio favorire la nascita di una generazione di amministratori del M5S che sappiano governare anche in coalizione" ha sostenuto. Parole, le sue, che hanno creato forti frizioni, malumori ma anche tanti commenti a favore nella base del Movimento, con la senatrice Barbara Lezzi che ha letteralmente puntato il dito contro l'ex reggente pentastellato. "Sarà che non faccio parte del club dei ‘tutti pazzi per Mario Draghi’ ma se questo deve essere il M5S, quello raccontato oggi da Di Maio, possiamo tranquillamente dire che fino ad ora abbiamo scherzato, giocato o forse tradito" ha sbottato la senatrice grillina in un post pubblicato su Facebook. Per l’ex vicepremier è invece più che mai fondamentale favorire la nascita di "un tavolo nazionale con il Pd" . Ma la Lezzi non la pensa allo stesso modo. "Gli errori di valutazione commessi ai tempi del Conte 1 durante il quale si sprecarono gli attestati di stima, fiducia ed amicizia per Salvini, hanno insegnato poco o niente" ha spiegato la parlamentare. "Forse semplicemente perché è preferibile assecondare il potere per prendersene un pezzetto per sé. Ci si sente realizzati ad avere in rubrica i numeri di telefono di quelli che ‘contano’, che siano gli uni o gli altri poco importa. L’ambizione è ridotta all’orizzonte di una scrivania e la lezioncina di politica si ferma nei confini pomiglianesi", ha concluso la Lezzi.