A poco più di un anno dalla fuga di Rocco Morabito le indagini della magistratura sono entrate nella fase finale. Il pubblico ministero Ricardo Lackner sta indagando sulle responsabilità che permisero quella rocambolesca evasione dall’ex carcere "Central" di Montevideo nella notte del 24 giugno del 2019 avvolta ancora oggi nel mistero più assoluto. In attesa di svelare la vasta rete di complicità eclatanti di cui si servì il boss della ‘ndrangheta in Uruguay, oggi ci sono 15 persone indagate per questa vicenda: si tratta degli agenti che erano in servizio quella notte all’interno della struttura da dove fuggirono il boss e i suoi compagni.

Pochi giorni fa la Procura ha ordinato una ricostruzione della dinamica dell’evasione effettuata proprio all’interno dell’ex carcere "Central" con la presenza di tutti gli agenti indagati che sono stati interrogati e mantenuti in isolamento per quasi tutta la giornata. Cinematografica e ampiamente annunciata, la fuga di Morabito e dei suoi 3 complici fu resa possibile grazie a un tunnel che gli consentì di arrivare sul tetto del carcere e da lì saltare sul balcone di una casa confinate di un’anziana signora che gli aprì la porta per uscire. Misteriosamente, le telecamere di sorveglianza nei pressi del tunnel scavato all’ultimo piano del carcere quella notte furono spente.

In strada i 4 evasori presero un taxi, successivamente si recarono presso la città di Minas e poi tornarono a Montevideo. I 3 complici furono ritrovati pochi giorni dopo mentre per il boss calabrese che era in attesa di essere estradato in Italia si aprì un nuovo capitolo della sua lunga latitanza che ha raggiunto ormai i 25 anni. Recentemente un’inchiesta della procura di Reggio Calabria ha svelato la missione "profetica" della ‘ndrangheta in Sud America che investì almeno 50mila euro in Argentina per liberare il boss di Africo come puntualmente avvenne poco dopo. Dove sono andati a finire questi soldi? Chi sono in Uruguay i pezzi grossi che hanno orchestrato una fuga che ha fatto il giro del mondo? Domande a cui cercherà di dare risposte l’indagine del pubblico ministero Ricardo Lackner.

di MATTEO FORCINITI