I vaccini contro altre malattie sono una possibile soluzione per difendersi dal Coronavirus. Chiaro e facile il concetto che l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Irccs Humanitas di Rozzano, ha espresso insieme al collega olandese Mihai Netea sul ‘New England Journal of Medicine’: vaccinarsi contro un agente infettivo specifico può allenare il sistema immunitario innato rendendolo più forte e reattivo anche contro altri virus e batteri. Un meccanismo che potrebbe rivelarsi utile anche contro il Coronavirus. E che spiegherebbe anche perché i più piccoli sono meno colpiti dal Covid-19. Si tratta del concetto di ‘protezione agnostica’ e di innalzamento della soglia dell'immunità innata. Allena l'immunità innata, a esempio, il vaccino contro il morbillo, che protegge non solo contro il virus specifico, ma anche più in generale contro le infezioni respiratorie. Sperimentazioni in corso utilizzano poi il vaccino contro la tubercolosi per alzare la soglia di allenamento del sistema immunitario. "In questo processo – ha spiegato Mantonvani - giocano un ruolo chiave le cellule mieloidi, in particolare i macrofagi, attori centrali dell'immunità innata, che con la loro diversità e plasticità contribuiscono all'attivazione, all'orientamento e alla regolazione delle risposte immunitarie adattive". Per allenare il sistema immunitario al momento esistono due strade: sottoporsi alle vaccinazioni raccomandate, compresa quella antinfluenzale stagionale, e condurre uno stile di vita sano, sintetizzato nella formula 0-5-30: ogni giorno zero sigarette, 5 porzioni di frutta e verdura fresche, 30 minuti di esercizio fisico moderato. L'obesità, infatti, contribuisce a disorientare il sistema immunitario ed è un fattore di rischio per Covid-19. Intanto ieri l’amministratore delegato di Astrazeneca Pascal Soirot ha spiegato che, nonostante la sospensione temporanea dei test a causa di un effetto indesiderato su un volontario, il vaccino sperimentale contro il Coronavirus elaborato dall'Università di Oxford potrebbe ancora essere disponibile sul mercato a fine anno o all'inizio del 2021, a seconda di quanto velocemente si muoverà l'agenzia regolatoria. Difatti Soirot ha specificato che la decisione di riprendere i test non è di competenza del suo gruppo, ma di un comitato di esperti indipendenti. Parlando in una videoconferenza, Soriot ha cercato di rassicurare gli investitori, non fornendo tuttavia dettagli sulla ripresa delle somministrazioni. Il vaccino sviluppato da AstraZeneca e dalla British University of Oxford è uno dei progetti occidentali più avanzati, testato su decine di migliaia di volontari nel Regno Unito, Brasile, Sud Africa e, dal 31 agosto, negli Stati Uniti, in quella che viene definita la fase 3 delle sperimentazioni, l'ultima, per verificarne sicurezza ed efficacia.