Una lettera di ringraziamenti firmata Elon Musk, businessman, designer, ingegnere, filantropo. L'inventore di Tesla, ma anche il grande boss di SpaceX che lo scorso maggio ha segnato una nuova tappa nella esplorazione spaziale, questa volta con una navicella privata con equipaggio a bordo. Destinataria la Dallara, l'azienda automobilistica italiana di Varano de' Melegari, le cui fortune, i cui successi sono soprattutto made in USA. E in America Dallara è sicuramente più famosa che in Italia. Se rimane top secret la fornitura, a rendere pubblica la collaborazione di Dallara con SpaceX, è stata, in seguito a una lettera spedita proprio da Elon Musk ai vertici dell'azienda automobilistica emiliana, la risposta che ha scatenato interesse e tanta curiosità. "Grazie @SpaceX e Elon Musk per le vostre parole gentili. Siamo orgogliosi, in questi giorni più che mai, di essere vostri partner. Non vediamo l'ora di aggiungere altri eccezionali traguardi insieme a voi". Non è la prima volta che l'Italia va nello Spazio attraverso la propria tecnologia, ma farlo con un marchio a quattro ruote è decisamente una curiosità. E soprattutto per il fatto che Dallara, fondata dall'ingegner Gian Paolo Dallara nel 1972, dopo i successi personali con Ferrari e Lamborghini (disegnò la leggendaria Miura), la propria celebrità non se l'è costruita con i motori, ma attraverso i telai. Prima la F3 in Europa, poi il passaggio in F1, quindi il debutto a stelle e strisce nel 1997 nella IndyCar e da quel momento non ha più lasciato il campionato monoposto più famoso d'America. E oggi, 23 anni dopo, Dallara continua a fornire, in monopolio dal 2009, tutti i telai battendo, quando ce n'è bisogno, qualsiasi genere di concorrenza. Ma anche per Dallara a dire il vero, lo spazio non è una novità assoluta: nel 2014 infatti ha contribuito a un progetto partito dieci anni prima sul razzo Arianne, si trattava di un trapano spaziale che poi è andato a 'forare' la cometa Rosetta. Insomma con le ruote per terra, ma la testa anche lassù ecco che Dallara si è conquistata un posto rilevante nella tecnologia più avanzata. Si può dire Dallara, fin dai suoi albori, è andata avanti guardando al futuro e lo dimostrano proprio i telai forniti alla IndyCar dove la sicurezza per i piloti ha raggiunto i livelli più estremi. Negli States l'azienda italiana non è presente solo con i suoi prodotti. Infatti a Indianapolis, il cuore della velocità e delle corse automobilistiche (la 500 Miglia comunque rappresenta solo la punta dell'iceberg) nel 2016 è stato costruito un centro tecnologico, ma anche aperto al pubblico. Si tratta di un'area di quasi 10.000 metri quadrati, con una hall di oltre 2.000 metri quadrati, dove i fan dei motori hanno l'opportunità di provare il 'racing simulator', guida simulata, poi c'è anche una zona interattiva, auto esposte, una specie di Disney dei motori. Lì poi vengono assemblati anche i telai, ma durante la crisi-COVID, lo stabilimento Dallara ha riconvertito il proprio banco Eastman, che di solito veniva usato per tagliare la fibra di carbonio con la quale sono creati i telai delle auto, adattandolo alla produzione di camici e mascherine per gli ospedali in collaborazione con altre aziende locali. E in Italia gli ingegneri che di solito si occupavano di auto da corsa, hanno contribuito a progetti per ventilatori. "Abbiamo solo cercato di dare una mano - ha spiegato Bryce Moore, portavoce Dallara negli Stati Uniti - per sconfiggere la pandemia, superare il momento critico e tornare alla normalità. La sicurezza per noi è la priorità numero uno e aiutare ha significato tanto per il nostro gruppo". Non c'è dubbio quindi che il futuro sia sinonimo di Dallara, l'ultima conferma arriverà nell'ottobre 2021, quando rappresentanti di 30 università di tutto il mondo, parteciperanno a un concorso da 1,5 milioni di dollari. I concorrenti dovranno realizzare un software capace di far completare a una Dallara Automobill IL-15 a guida autonoma, senza pilota, sulla pista automobilistica più famosa al mondo, 20 giri a una media di almeno 195 chilometri all'ora. Non ci sarà Tesla a questo appuntamento dell'anno prossimo, ma anche recentemente proprio Elon Musk ha ribadito che la guida completamente autonoma arriverà presto anche se sulla questione ci sono ancora pareri discordanti.

ROBERTO ZANNI