Prove di controesodo, da Italia Viva verso il Pd. Il deputato Nicola Carè, origini calabresi, raccoglie l’appello dei transfughi lanciato da Stefano Bonaccini, governatore della Regione Emilia venti giorni orsono, e lascia Italia Viva. "Torno ne Pd per dare forza alle idee riformiste: la strada intrapresa è quella giusta". È il primo segnale di quel controesodo annunciato dopo il flop di Iv alle Regionali. Carè potrebbe non essere il solo, altri sembrano destinati a seguire il trasloco tra le braccia del Pd. Il controesodo non proprio scontato, ma prevedibile, da Italia Viva al Partito Democratico, ma i Cinque Stelle come sono messi? Sul movimento soffia impetuoso il vento della scissione, provocato dalla mossa di Casaleggio.

Uno strappo vero e proprio, evidente, lacerante, annunciato nell’anniversario del M5S. "Pronto a togliere il supporto della piattaforma Rousseau e a sostenere altri movimenti". Di Battista è con lui. Ma i big del Movimento? Ritengono arbitrario l’intervento di Casaleggio jr. sul blog. E alto si leva il grido accorato del sottosegretario agli Esteri, braccio destro del ministro Luigi Di Maio. "Separarsi sarebbe un fallimento. Dico invece sì a una guida collegiale". L’eterno dilemma o dubbio all’interno del M5S. La guida collegiale è un ulteriore elemento di divisione. E qui monta il rammarico del sottosegretario, costretto a fare di conto con i numeri e la realtà. "In un mondo ideale governeremmo da soli, ma il sistema non vede l’ora di spazzarci via". Manlio Di Stefano l’ha capito e se ne fa una ragione.

Piattaforma Rousseau, cosa è e cosa significa? L’assemblea degli iscritti al Movimento Cinque Stelle, più o meno 170mila iscritti, è custodita dall’associazione Rousseau, presieduta da Davide Casaleggio, figlio del defunto cofondatore del Movimento. Gli altri membri dell’Associazione sono Enrica Sabatini, la "facilitatrice", e Pietro Dettori, assunto da Di Maio alla Farnesina. Gli iscritti M5S, per statuto, sono tenuti a prendere le loro decisioni sulla piattaforma on line gestita dall’associazione Rousseau. Il simbolo con cui i 5 Stelle si sono presentati alle elezioni è di proprietà dell’associazione Movimento Cinque Stelle, quindi degli iscritti, ma ha nel logo il nome del Blog delle Stelle, gestito da Davide Casalegno. Si ascoltano, si notano, e si osservano quei messaggi in codice rappresentativi di un divorzio forse già consumato. Questo anniversario di matrimonio con annesso di annuncio di divorzio. Uno psicodramma nel giorno in cui il Movimento celebra gli undici anni di legame fra la famiglia Casaleggio e i Cinque Stelle.

Da un lato, la minaccia del figlio del cofondatore di togliere il supporto di Rousseau. "Se il capo politico decidesse di trasformare il M5S in partito". Dall’altro lato, il clamoroso ammutinamento del gruppo dirigente: "Davide Casaleggio parla a titolo personale e non rappresenta i Cinque Stelle", dettano i membri del collegio di garanzia. Testuale. Di fatto, la scissione già c’è. Casaleggio è ormai in totale rottura con i vertici parlamentari. Si sente da questi tradito. "Ho dovuto sopportare insinuazioni, attacchi e calunnie nei miei confronti e nei confronti di mio padre. Solo grazie al nostro lavoro certi accusatori ricoprono oggi posizioni importanti". Il presidente dell’associazione Rousseau sottolinea come "i portavoce sono dipendenti dei cittadini", e come il padre aveva pensato a un movimento che "non sarebbe mai diventato partito, non solo come struttura, ma soprattutto come mentalità".

Proprio quel partitismo che sembra ora possedere parte dei Cinque Stelle, irriconoscenti dell’opera e degli ideali del fondatore. I governisti che non incontrano i favori di Davide Casaleggio. Soggetti che formano un gruppo di persone "che decide tutto per tutti e non mettono limiti ai mancati parlamentari e che non si autofinanziano". Palese l’attacco alla rivolta dei parlamentari grillini che non intendono più versare i loro contributo mensile da 300 euro all’associazione Rousseau. Ecco perché Casaleggio sancisce nei fatti lo strappo. "Gli strumenti di partecipazione che abbiamo creato in quest’anno sono a disposizione di tutti, movimenti, associazioni e organizzazioni che come noi nel mondo voglio dare voce alle persone". Il messaggio ha l’effetto dello shock. Di Battista l’ha rilanciato immediatamente. Picconati da Diba i vertici, la parola scissione è la più usata.

Ma Beppe Grillo come si pone, da che parte sta? Intanto ricorda che i Cinque Stelle furono battezzati il giorno di San Francesco. All’inizio, infatti, la loro "era una politica senza soldi". E Di Maio? Solo un appello a "restare uniti". Il presidente della Camera, Roberto Fico, lancia un messaggio agli ortodossi del Movimento. "Non possiamo più essere quelli dell’origine". Il comitato dei garanti parla con la voce del reggente Vito Crimi. "Il Blog delle Stelle è il canale ufficiale del M5S e Davide Casaleggio non ricopre alcuna carica nel Movimento. Il post a sua firma rappresenta un’iniziativa personale e arbitraria. Il fatto che il Blog delle Stelle sia gestito dall’associazione Rousseau non autorizza il suo presidente a utilizzarla per veicolare messaggi personali non condivisi con gli organi del M5S". L’intervento di Davide Casaleggio viene cancellato dalla pagina Facebook del Movimento. Il plateale gesto a spodestare il figlio del fondatore. Uno schiaffo e un affronto. La prossima puntata promette scintille e conferme di scissione. C’era una volta il Movimento Cinque Stelle.

Franco Esposito