Aggiotaggio e false comunicazioni, reato doppio pagato con sei anni e due milioni e mezzo a testa.

Alessandro Profumo, ex presidente di Monte Paschi Siena, e l’ad Fabrizio Viola, ritenuti colpevoli. La sentenza di colpevolezza conclude il processo agli ex vertici della banca. "Giusto così, hanno tradito noi piccoli azionisti", commentano in coro i danneggiati. Quelli che ci hanno rimesso migliaia di euro. "Decisione sbagliata, ora l’appello", annuncia il legale di Profumo e Viola, l’avvocato Adriano Raffaelli. Tre anni e mezzo per false comunicazioni si è beccato l’ex capo del collegio sindacale di Mps, Paolo Salvadori. Sconfitta in pratica la procura milanese che aveva chiesto l’assoluzione di tutti, quattro volte in quattro anni. Istanze rigettate dalla seconda sezione del tribunale di Milano. "Credo di aver sempre operato per il bene delle aziende per cui ho lavorato", protesta ora Alessandro Profumo. "Pertanto sono davvero sorpreso e amareggiato". Condannati per cosa, Profumo e Viola? Per aver rappresentato i veicoli societari Alexandra e Santoni nei conti Mps come portafogli di titolari di Stato miliardari, laddove quei Btp erano solo a garanzia di derivati marci con cui Mps assicurava dal default dell’Italia le controparti Nomura e Deutsche Bank. Il tutto con scambio tra i due tassi molto dannoso per Mps. I piccoli azionisti accusano Profumo e Viola di "aver tenuto tutto nascosto, ma soprattutto di non aver dato ascolto a noi che andavamo in assemblea dati alla mano per esporre le criticità e chiedere il ricambio di una classe dirigente compromessa col passato". E adesso? I piccoli azionisti gabbati da Mps intendono portare all’interno dell’azione giudiziaria altri risparmiatori. "E allargarla, l’azione giudiziaria. La battaglia continua. Lo dobbiamo alla città di Siena, alla sua storia, alla Banca perduta". La pratica, come è noto, fu avviata dalla gestione di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Alle due banche d’affari furono girate perdite Mps del 2008. I due manager giunti a rimpiazzare la nefasta coppia, con il conforto di BankItalia e Consob, non hanno ricontabilizzato. Venne mantenuta una mina nei conti della banca che mesi dopo chiedeva cinque miliardi in aumento di capitale ai soci. Danaro, quello, bruciato in breve tempo, sull’altare delle perdite creditizie. Nei conti Mps giacciono due miliardi di richieste danni, un quinto del totale, riferite alle gestioni Viola-Profumo. Quei due miliardi potrebbero materializzarsi sulla scorta della sentenza del tribunale di Milano. Esulterebbero, in questo caso, le quattromila parti civili di risparmiatori, tra l’ovvio sconforto del Tesoro, ovvero lo Stato, padrone con il 68% di una banca nazionalizzata nel 2027. Mps è in cerca, senza fortuna, di compratori per onorare gli impegni assunti con l’Unione Europea. Ma come si pone la Borsa in questa situazione? Proveniente dalla scuola Intesa-San Paolo, il banchiere Giuseppe Castagna cerca supporti e sponde tra italiani e francesi per costituire il secondo polo. La Borsa crede nell’operazione, prevedendola addirittura come imminente. Castagna lancia sguardi verso Unicredit, Bper e Agricole. I due condannati, come detto, puntano a un secondo grado. Leonardo, intanto, dove Profumo ha traslocato. conferma all’ex presidente di Mps la fiducia. "Non sussistono cause di decadenza dalla carica". Mentre, al contrario, l’ala radicale del M5S, capitanata da Di Battista, s’interroga sull’opportunità che Profumo continui a guidare Leonardo. I derivati marci Mps vengono ritenuti "il caso Dreyfus sulla finanza patria". sparge accuse Giuseppe Bivona, il grande accusatore, l’ex banchiere che anni fa avviò una sfida personale ai vertici Mps. "Ora guai fermarsi, bisogna proseguire su questa strada, deve essere un obbligo per tutti". Un seguito di parole a seguire le migliaia di pagine che Bivona scrisse, tra consulenze, esposti, lettere a istituzioni. "Vanno accertate le responsabilità di Consob e Bankitalia, del vertice arrivato dopo Viola e Profumo, difesi malgrado evidenze monumentali, dell’attuale che ha fatto scadere i termini per la rivalsa su Profumo". L’ex banchiere Bivona chiede che vengano intentate "azioni di rivalsa a Nomura e Deustsche Bank". Da tenere in debito conto un aspetto molto importante. Il 30 luglio il cda di Mps guidato dall’amministratore delegato Guido Bastianini, scelto a maggio, votò all’unanimità contro l’azione di responsabilità a Profumo. La condanna in primo grado dell’ex presidente spazza via opinioni e dubbi. È un dato di fatto, sentenziato e scritto.

FRANCO ESPOSITO