Un gruppo di 10 studiosi del think tank Lettera 150 ha stilato un documento con i 10 errori commessi dal governo Conte nella gestione della epidemia di coronavirus. Dai tamponi al tracciamento, dalle scuole ai mezzi pubblici: ecco i 10 errori commessi dal governo Conte nella gestione della epidemia di coronavirus. La lista arriva da dieci studiosi del think tank Lettera 150, gruppo di accademici impegnati nella riflessione sulla riapertura del Paese in sicurezza. I dieci studiosi chiedono una "operazione verità" sugli errori commessi nella gestione dell’epidemia. "I sacrifici degli italiani, reclusi per due mesi fra marzo e aprile, sono stati gettati alle ortiche". Questa l’accusa mossa da Nicola Casagli, Pierluigi Contucci, Andrea Crisanti, Paolo Gasparini, Francesco Manfredi, Giovanni Orsina, Luca Ricolfi, Stefano Ruffo, Giuseppe Valditara, Claudio Zucchelli.

L’ANALISI DEI DIECI STUDIOSI "Noi pensiamo che quello che non è stato fatto fra maggio e ottobre debba assolutamente essere fatto ora", scrivono gli studiosi ricostruendo 10 errori gravi commessi dalle istituzioni, e dal Governo, nella gestione dell’epidemia. Il documento analizza dieci temi ritenuti strategici: tamponi di massa, scuole in sicurezza, dati epidemiologici accessibili, tracciamento, assembramenti e sanzioni, terapie intensive, distanziamento sui mezzi pubblici, vaccini antinfluenzali, medicina del territorio, Covid hotel. Sono queste, secondo gli studiosi, le criticità che avrebbero dovuto essere affrontate per evitare che la curva epidemica tornasse a risalire.

IL PROBLEMA MAGGIORE DELLA GESTIONE DELL’EPIDEMIA "Il problema cruciale di un’epidemia – osservano i ricercatori – non è portare il numero di contagi vicino a zero, ma mantenerlo basso quando il peggio sembra passato. Per garantire questo, servono tutte e 10 le cose che abbiamo elencato", si legge nel documento. Per i dieci firmatari "serve, soprattutto, un impegno solenne del governo centrale ad attuarle in tempi brevi e certi. Serve un cronoprogramma che specifichi costi, strumenti, fasi di avanzamento, date di conclusione. Perché il rischio che corriamo è grande. E’ il rischio che, dopo il tempo delle chiusure, quello delle aperture ci restituisca la medesima illusione in cui siamo vissuti quest’estate. Un intervallo in cui si fa poco per contrastare il virus, ci si illude che il virus sia in ritirata, e così si prepara l’arrivo di una nuova ondata".