di Antonietta Calabró

Il presidente degli Stati Uniti eletto Joe Biden ha rivelato ieri di aver ricevuto una telefonata da Papa Francesco e lo ha ringraziato​ per aver ricevuto la sua “benedizione” e le sue “congratulazioni”. Biden ha sottolineato il suo apprezzamento per la “leadership del pontefice nella promozione della pace, della riconciliazione e dei comuni legami di umanità nel mondo”.​

 

Il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, “ha espresso il suo desiderio di lavorare insieme” al Papa​ “sulla base della comune fede nella dignità ed eguaglianza di tutti gli esseri umani su questioni come l’attenzione per le persone emarginate e povere, la crisi del cambiamento climatico, l’accoglienza e l’integrazione di immigrati e rifugiati nelle nostre comunità”.

 

La telefonata è giunta nel secondo giorno della transizione presidenziale e smentisce un presunto scetticismo vaticano nei confronti della nuova amministrazione.​ ll cambio di passo nei rapporti tra Vaticano e Stati Uniti è dunque compiuto. Se prima era solo immaginabile, ora è ufficiale.​ È stato lo staff di Joe Biden, attraverso l’account twitter della transizione a far sapere per primo della telefonata.

 

Come è usuale per il Vaticano,​ le polemiche negli Usa, la decisione di Trump di non concedere la sconfitta,​ hanno spinto il Pontefice ad aspettare qualche giorno in più.​ Ma non oltre, per non alimentare infondati retroscena

 

E’ Biden a marcare con i temi di lavoro comune, fortissima, la discontinuità​ con Trump che ha fatto della lotta ai migranti e dell’uscita dall’accordo di Parigi (avvenuta il giorno dopo le elezioni) una bandiera. Tra gli ultimi atti che Trump lascia in eredità​ a Biden, c’è il via libera al disboscamento nella foresta di Tongass in Alaska.​

 

Nei dibattiti pre-elettorali , lo stesso Biden ha definito “criminale” la politica del tycoon di dividere i bambini dai genitori migranti fermati al confine.​

 

Clima e migranti sono i due temi sui quali​ Francesco ha praticamente ha incentrato il suo Pontificato.

 

Ora Bergoglio, che conta parte del clero ultraconservatore statunitense tra i suoi più acerrimi nemici,​ ha un alleato alla Casa Bianca.