L'Istituto Italiano di Cultura di Lisbona e il Palácio Nacional da Ajuda, in collaborazione con la Regione Toscana, inaugurano la mostra "Ville e Giardini Medicei in Toscana". L'esposizione, ideata e trasposta graficamente, arricchita da una ricerca di contenuti, dall'illustratore Paolo Marabotto, è ospitata nella Cappella del Palazzo Nazionale di Ajuda da oggi  al 31 gennaio, e vuole far conoscere il sito iscritto nella Lista dei Beni Culturali e Naturali del Patrimonio Mondiale Unesco che si compone di 14 ville e giardini della famiglia Medici, ubicati in Toscana, regione che fu loro patria e sede della Signoria che porta il loro nome.

Delle 36 proprietà medicee censite solo 14, scelte per la loro rappresentatività, sono entrate nella Lista del Patrimonio mondiale per la loro rilevanza culturale, artistica e paesaggistica determinata da un'autenticità e da una integrità funzionale, strutturale e visiva eccezionale. Tra queste figurano i possessi ereditati di Cafaggiolo e del Trebbio, appartenuti ai Medici fino dal secolo XIV. Seguono la villa di Careggi acquistata nel 1417, quella di Fiesole del 1458, Castello del 1477, Poggio a Caiano iniziata nel 1479, Petraia del 1544, Il Giardino di Boboli del 1550, Cerreto Guidi del 1555, Seravezza del 1561, Pratolino del 1568, la Magia del 1584, Artimino del 1593 e infine Poggio Imperiale del 1622. I Medici sono una delle famiglie più importanti dell'Umanesimo e del Rinascimento italiano, protagonista della storia italiana ed europea dal XV al XVIII secolo.

Per diverse generazioni hanno dominato la scena, culturale, spirituale e scientifica del loro tempo: sono stati straordinari mecenati delle arti. La massima espressione del potere mediceo si compie appunto nella forma della "villa con giardino", segno di un sistema estremamente innovativo di gestione ed organizzazione del territorio che segna il superamento dell'occupazione feudale della terra e della tipologia edilizia fortificata a favore di una concezione dello spazio come luogo pacificato dove l'architettura è in un rinnovato rapporto dialettico ed aperto con gli elementi naturali di pertinenza ed il paesaggio circostante.