I corvi della torre di Londra, sparita Merlina. Il nuovo anno comincia come il vecchio era terminato: carico di neri presagi. Un mese fa il​ sangue di San Gennaro, a Napoli, non si era liquefatto e oggi la​ Torre di Londra​ perde la sua regina,​ il corvo Merlina. Sangue che non si scioglie e meno di sei corvi sulla Torre, infausta combinazione in un mondo scosso dalla pandemia e non solo.

“Sono molto preoccupato”, scherzava ma non troppo in radio Paolo Mieli raccontando della scomparsa di Merlina, corvo considerato la regina della Torre per il suo comportamento regale e austero. O almeno questo raccontano le cronache d’Oltremanica. Ma poco e anzi nulla c’è da scherzare per i britannici su questo tema e su questa sparizione che, stando al Maestro dei Corvi – esiste questa carica in Gran Bretagna e richiede anche un signor curriculum -, è in realtà una scomparsa definitiva:​ Merlina è morta.

La leggenda dei corvi che risale a Carlo II -​ Una leggenda che risale a metà del 1600, vuole che il Regno Unito vada in pezzi se il numero dei corvi che abitano nella Torre dovesse scendere sotto il sei. Senza Merlina siamo a sette. E i sintomi della deflagrazione ci sono già tutti: la pandemia che in Gran Bretagna corre come in nessun altro Paese europeo con tanto di​ variante inglese​ e la Brexit con la Scozia che minaccia e accarezza la separazione da Londra, tanto per citare un paio di problemi critici per il Regno.
Pessimo, terribile segno il calo della popolazione dei corvi della Torre per la Gran Bretagna tanto che, già durante la Seconda fu lo stesso​ Winston Churchill​ ad ordinare che si dovesse fare in modo che restassero sempre almeno in sei. Corvi così amati che a prendersi cura di loro è il già citato Maestro dei Corvi, incarico che sembra uscito dal​ Trono di Spade​ ma che invece è assolutamente reale. Per diventare Maestro è necessario aver servito almeno 22 anni nell’Esercito di sua Maestà, si ha diritto ad un appartamento privato e l’occupazione prevede di dedicare tutto il proprio tempo ai neri pennuti. Ad esempio preparandogli pasti a base di carne cruda e biscotti inzuppati nel sangue.

Se Londra trema Roma, anzi Napoli, non ride -​ Dai corvi ai Santi, nella​ città di Partenope e San Gennaro​ è proprio il sangue del Santo ad annunciare sventure o anni buoni. Quando il sangue contenuto nell’ampolla che periodicamente viene mostrata al pubblico in cerimonie a cui accorrono politici e autorità d’ogni sorta, pronte puntualmente a baciare l’ampolla, si scioglie, da solido diventa liquido, è un buon segno. L’anno sarà buono. Quando invece rimane ostinatamente solido, quello è un cattivo presagio. E quest’anno non si è sciolto, nella sua apparizione di metà dicembre è rimasto solido, duro, fermo.
La scienza su questo non ci conforta, ma due segni fanno un indizio e tre una prova e in un anno come quello appena concluso, con il mondo e ognuno di noi ancora alle prese con la pandemia, vale il famigerato “non è vero ma ci credo”.