Le tracce portano a New York, ma anche nel Texas. Sarebbe la MSD Capital che ha sede nella Big Apple a guidare la cordata per l'acquisto dello Spezia, il club ligure neopromosso in serie A divenuto poi una piccola grande rivelazione. Ma dietro a quello che è una delle tante private equity company degli Stati Uniti c'è un nome importante: Michael Dell, miliardario, fondatore e CEO della Dell Technologies, una delle più grandi compagnie al mondo nel settore dei computer e non solo. Mr. Dell ha un patrimonio personale valutato da Forbes in 37,6 miliardi di dollari.

Dell Technologies che ha il suo headquarter a Round Rock nel Texas ha invece un fatturato di 90,6 miliardi di dollari e oltre 165.000 impiegati negli Stati Uniti e nel mondo. Fino a ieri ancora non si sapeva se era proprio la MSD Capital oppure Mr. Dell o anche una compagnia che fa riferimento al fondo a voler acquistare il club ligure, ma di sicuro si tratta dell'ennesima testimonianza che il calcio italiano piace agli americani. Prima c'erano solo gli inglesi nel radar USA, poi grazie in particolare a Jim Pallotta gli orizzonti si sono allargati. L'acquisto della Roma nel 2011 da parte degli americani ha fatto scoprire le bellezze del nostro calcio: così dopo Pallotta è stata la volta del Milan con Elliott Management Corporation (che tra l'altro adesso guida la classifica di serie A) poi Rocco Commisso che si è buttato sulla Fiorentina portando in Toscana tutti i suoi uomini con l'obiettivo di fare della Viola una potenza della serie A.

Poi l'anno scorso il cambio di americani: alla Roma da Jim Pallotta si è passati a Dan Friedkin, il re delle auto Toyota negli States, ma anche un miliardario con interessi che spaziano dal cinema al turismo. Se Jim Pallotta aveva il suo headquarter a Boston nel Massachusetts, se Commisso la sua fortuna da paisà l'ha fatta a New York se Friedkin da Houston guida i suoi affari, si deve invece andare nell'Iowa per trovare la proprietà del Parma Calcio, l'ultima società di serie A, almeno finora, a essere passata sotto l'ombra a stelle e strisce. Il Krause Group, al cui vertice c'è Kyle Krause, lo scorso settembre ha annunciato l'acquisto del 90% delle azioni del club. Krause ha una varietà di interessi che spaziano dall'agricoltura alla rivendita al dettaglio, poi ancora hospitality e anche aziende vinicole, tra l'altro proprio in Italia.

E se questo finora è il poker statunitense che presto potrebbe trasformarsi con lo Spezia in pokerissimo, non ci si deve dimenticare nemmeno del Bologna che dopo aver avuto una breve guida italo-americana con l'avvocato Joe Tacopina, dal 2014 è tutto canadese, proprietà e presidenza, grazie a Joey Saputo che appartiene a una ricchissima famiglia che in Canada è proprietaria  di un gruppo leader, in campo mondiale, nel settore dei caseifici. Formaggi, latte, produce di tutto la Saputo Inc., creata dal padre di Joey, Emanuele 'Lino' Saputo nato in Sicilia a Montelepre, emigrato in America senza nulla e poi diventato miliardario.

Ma l'interesse per il nostro calcio dall'America non si ferma ai grandi club o comunque alle società che fanno parte del campionato più importante. Infatti, ed è storia recentissima, un paio di mesi fa anche il Campobasso, che per ora  è protagonista solo in serie D (e nella cui storia come punto più alto c'è la B negli anni '80) è entrato nel portafoglio di un imprenditore italo-americano. Matt Rizzetta, 38 anni, chairman di North Sixth Group LLC, società di Manhattan, famiglia con origini molisane ha fatto il suo ingresso nel mondo del calcio italiano partendo dai Lupi del Molise. E lo ha fatto importando subito idee nuove che hanno attirato l'attenzione di sponsor e tv e adesso le partite di calcio della squadra molisana possono essere anche viste negli Stati Uniti attraverso una piattaforma su YouTube.

di Roberto Zanni