di Lucio Fero

 

Liliana Segre e vaccino: combinazione di richiami irresistibili per la feccia social, quella che troppo spesso è stata impropriamente e sconsideratamente promossa a popolo social.​ Liliana Segre​ si è vaccinata e nel farlo ha aderito ad una pubblica campagna di promozione della vaccinazione di massa. Le feccia social si è eccitata, è andata in fregola e si è data all’autoerotismo cultural-ideologico (si fa per dire) sulla tastiera.

 

C’è l’ebrea, c’è la casta senatoriale, c’è il vaccino. Che vuoi di più da odiare? -​ C’è l’ebrea, ed è pure femmina. E’ pure sopravvissuta ad​ Auschiwtz​ e lo va pure a raccontare in giro. Quanti (e non son pochi) del 15% circa degli italiani che si fregiano del non credere ci siano mai stati campi di vero sterminio e di credere invece i nazisti siano stati in fondo denigrati si dilettano sui social come potevano non tuffarsi nell’elemento che prediligono: dagli all’ebrea e ricordale che se una volta l’ha scampata, non è detto sia per sempre.

Ebrea e pure femmina, una provocazione vivente per il maschio ariano, anche se così non si dice più, si dice puro e non mescolato. E poi sta sempre lì a menarla con Auschiwtz, ma lo sapete o no che lì c’erano anche le palestre e che insomma si moriva sì, ma di malattia? E dove si leggono le ricostruzioni sulla verità dei campi di sterminio che erano invece campi di ospitalità per ebrei e altri sub umani, magari campi un po’ scomodi ma poco o nulla di più?

 

Sui social si addensa il 65 per cento del No Vax italiano -​ Sui social si leggono, dove se no? Sugli stessi social, dalla stessa fonte, sullo stesso campo la Shoah che è montatura se non invenzione e i​ vaccini anti Covid​ che modificano il Dna umano e non per caso ma per piano mondiale della mondiale cospirazione (ebraica?) e i vaccini fatti in fretta non per miracolo della scienza ma perché già pronti dato che coronavirus e Covid erano programmati per far soldi e per controllare l’organismo di chi si fa vaccinare…

Quindi irresistibile, anzi tumultuosa voglia di dire via social alla Segre che merita morte o comunque disprezzo perché si è prestata alla propaganda del vaccino dei potenti o di minacciarla, coprirla di pubblico schifo perché lei vaccinata prima della nonna dello scrivente, esprimere disprezzo per il fatto sia senatrice soprattutto sia stata nominata tale in quanto ebrea sopravvissuta alle SS ad Auschwitz.

 

Sui social si addensa, raduna e si parla il 65 per cento della propaganda e degli umori No Vax che vanno in coabitazione con la propaganda ed umori anti semiti, neo nazisti e insofferenti delle democrazie. Non per caso, non per fortuita coincidenza. La pioggia di insulti e minacce via social a​ Liliana Segre​ vaccinata segnala in maniera inoppugnabile, esemplare come i social siano il luogo di coltivazione specializzata e l’allevamento intensivo di una pianta umana con radici di ignoranza, tronco di violenza, rami di viltà, foglie di crudeltà, linfa di frustrazione, mimetismo di vittimismo…Una pianta? Forse fauna e non flora, forse, come direbbero loro, una razza. Tanto umana quanto infame.