Agguato in Congo: morto l'ambasciatore italiano Luca Attanasio ed un carabiniere della sua scorta, Vittorio Iacovacci. I due viaggiavano a bordo di un'auto e facevano parte di un convoglio della MONUSCO, la missione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo, quando sono finiti nel mirino dagli attentatori.

UNA VERA E PROPRIA IMBOSCATA
Nel raid, una vera e propria imboscata, ha perso la vita anche l'autista. Attanasio era nato a Saronno (Varese), nel 1977. Iacovacci, 30 anni, era invece originario di Sonnino, in provincia di Latina ed era in servizio presso l'ambasciata italiana dal settembre del 2020.

ATTACCO DEI RIBELLI HUTU
Secondo il governo locale di Kinshasa, i due sarebbero rimasti vittima di un raid organizzato dai ribelli hutu del Fronte di liberazione del Ruanda. Nell'attacco al convoglio dell'Onu, sarebbero state sequestrate tre persone.

COLPITI AMBASCIATORE E MILITARE DI SCORTA
Per il diplomatico italiano ed il militare dell'Arma, non c'è stato nulla da fare. Il blitz, messo a segno con armi leggere, sarebbe scattato intorno alle 10 (le 9 ora italiana). Come detto, si sarebbe trattato di un vero e proprio agguato che non ha lasciato scampo agli italiani.

PORTATI NELLA FORESTA E UCCISI
Secondo quanto trapelato dalla ricostruzione fatta dalla polizia locale, ora al vaglio degli inquirenti del nostro Paese, il commando (sembra composto, in tutto, da sei persone), dopo aver ucciso l'autista del veicolo a bordo del quale viaggiavano Attanasio e Iacovacci, avrebbe portato nella foresta l'ambasciatore ed il carabiniere, e lì i due sarebbero stati ammazzati in circostanze non ancora del tutto chiare.

GIUSTIZIATI PRIMA DELL'ARRIVO DEI SOCCORSI
Gli assalitori avrebbero dunque condotto gli altri nella foresta e, proprio mentre stavano arrivando le forze locali in soccorso, avrebbero sparato al carabiniere, circostanza nella quale anche l'ambasciatore ha perso la vita.

UN TENTATIVO DI RAPIMENTO
L'agguato è avvenuto nell'Est del Paese, presso la cittadina di Kanyamahoro, nella zona compresa tra Goma e Bukaku, tra i monti Virunga, al confine con il Ruanda e l'Uganda. In quell'area, sorge il Parco nazionale dei Virunga famoso per i gorilla di montagna. Ebbene, secondo i ranger che vi lavorano - citati, tra l'altro, anche da vari media (tra cui il Jerusalem Post) e spesso presi di mira - l'attacco potrebbe essere stato sferrato proprio durante un tentativo di rapimento. Circostanza, questa, in parte confermata dal sequestro di tre persone che facevano parte del convoglio, da parte dei terroristi hutu ora accusati da Kinshasa.

IL CORDOGLIO DELLE ISTITUZIONI
Immediata la solidarietà dal mondo politico e dalle istituzioni. Dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio ai principali leader di partito, sono giunti messaggi di cordoglio e di vicinanza per le famiglie dei due "servitori dello Stato impegnati per la pace".

MATTARELLA: ITALIA IN LUTTO
"Ho accolto con sgomento la notizia del vile attacco che poche ore fa ha colpito un convoglio internazionale nei pressi della città di Goma uccidendo l'Ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista. La Repubblica Italiana è in lutto per questi servitori dello Stato che hanno perso la vita nell'adempimento dei loro doveri professionali in Repubblica Democratica del Congo" ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al ministro Di Maio. "Nel deprecare questo proditorio gesto di violenza gli italiani tutti si stringono nel cordoglio intorno alle famiglie delle vittime, cui desidero far pervenire le condoglianze più sentite e la più grande solidarietà", ha aggiunto.

IL CORDOGLIO DEL PREMIER DRAGHI
"Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime profondo cordoglio del governo e suo per la tragica morte di Luca Attanasio, ambasciatore d'Italia nella Repubblica Democratica del Congo, e di Vittorio Iacovacci, appuntato dei Carabinieri che lo accompagnava a bordo di un convoglio a Goma". E' quanto si legge in una nota diramata dalla presidenza del Consiglio." Il presidente del Consiglio e il governo si stringono ai familiari, ai colleghi della Farnesina e dell'Arma dei Carabinieri. La presidenza del Consiglio segue con la massima attenzione gli sviluppi in coordinamento con il ministero degli Affari Esteri", conclude il messaggio.

GUERINI: VILE E BARBARO AGGUATO
Ha parlato, invece, di "vile e barbaro agguato" nel quale "hanno perso la vita due servitori dello Stato", un agguato "che l'Italia, fermamente impegnata con la comunità internazionale, condanna con forza" il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. "Alle famiglie dei nostri connazionali e di tutto il personale delle Nazioni unite coinvolto va la nostra incondizionata riconoscenza e affetto. Siamo vicini e condividiamo il dolore delle famiglie per la perdita dei loro cari" ha aggiunto l'esponente del governo.

BORRELL: UE VICINA ALL'ITALIA
"Con tutti i ministri degli Esteri Ue, abbiamo espresso la nostra vicinanza al ministro Luigi Di Maio e all'Italia, per la morte di tre persone nella Repubblica Democratica del Congo, fra cui l'ambasciatore italiano Luca Attanasio". Così l'Alto rappresentante di Bruxelles, Josep Borrell. "Restiamo determinati a continuare a combattere contro ogni violenza nella regione".

CHI ERA LUCA ATTANASIO
Solo pochi mesi fa (era ottobre 2020), Luca Attanasio era stato insignito del premio Nassiriya per la Pace, a Camerota. L'onorificenza gli era stata conferita "per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli" e "per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l’altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà".

UNO DEGLI AMBASCIATORI PIU' GIOVANI
Il diplomatico era uno degli ambasciatori più giovani, ma aveva già una lunga carriera alle spalle: era nato a Saronno (Varese) nel 1977. Laureato alla Università commerciale "Luigi Bocconi" di Milano in economia aziendale il 18 aprile del 2001, era entrato in diplomazia nel 2004. Era entrato nella segretaria particolare del Sottosegretario di Stato e poi nel 2006 nominato segretario commerciale a Berna, in Svizzera, 20 marzo 2006. Nel 2010 il trasferimento a Casablanca, in Marocco, con funzioni di console. Dopo il rientro alla Farnesina come capo Segreteria della Direzione Generale Mondializzazione e Questioni globali nel 2013, nel 2014 di nuovo in Africa come Primo segretario ad Abuja per un’assegnazione breve. Ad Abuja era tornato come consigliere nel 2015.

NEL 2017 L'ARRIVO IN CONGO
Poi, il 5 settembre 2017, l’arrivo nella Repubblica democratica del Congo. Nel Paese stava portando a termine numerosi progetti umanitari: "Tutto ciò che noi in Italia diamo per scontato – aveva raccontato nell’occasione del conferimento del premio – non lo è in Congo dove purtroppo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Il ruolo dell’ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani ma anche contribuire per il raggiungimento della pace".