La partita si doveva chiudere ieri, è stata rimandata a oggi, possibile che ci voglia anche qualche giorno in più. Mario Draghi ha lasciato carta libera ai partiti: indicatemi voi le designazioni per i sottosegretari, il messaggio fatto pervenire ai vertici dei partiti, che si sono incartati tra questioni interne e veti contrapposti, compulsando il manuale Cencelli e rallentando il completamento della squadra di governo.

Una delle prime risultanze dell’appetito dei partiti potrebbe così essere l’aggiunta di un sottosegretario al ministero dell’Economia. Tutti vogliono il proprio uomo al Mef, nessuno si fida di Daniele Franco, ministro tecnico dal lungo e robusto curriculum, che potrebbe passare sopra come un treno ai desiderata delle forze politiche.

Ecco che Movimento 5 stelle e Partito democratico spingono per le riconferme di Laura Castelli e Antonio Misiani, semplici sottosegretari e non più viceministri, visto che le indicazioni del premier sarebbero quelle di non aggiungere vice nell’organigramma dei ministeri. Un posto lo vuole anche la Lega, che pensa a Massimo Bitonci, uno Forza Italia, quotato il deputato Andrea Mandelli, uno se lo contendono Italia viva con Luigi Marattin e Leu con la conferma di Maria Cecilia Guerra.

Sono undici o dodici le caselle che devono riempire i 5 stelle. Insieme a quella della Castelli, si va in direzione di alcune riconferme pesanti. Pierpaolo Sileri va verso il bis alla Salute, così come Giancarlo Cancelleri ai Trasporti e Carlo Sibilia all’Interno (Vito Crimi si è chiamato fuori), anche se non è sicuro che M5s confermi un suo uomo nella squadra di Luciana Lamorgese.

Stefano Buffagni potrebbe traslocare alla Transizione ecologica dallo Sviluppo economico, dove invece si avvia verso una riconferma Mirella Liuzzi. Tra le new entry I nomi che circolano sono quelli di Maria Pallini al Lavoro, Luca Carabetta all’Innovazione digitale, Gilda Sportiello al Sud, Gianluca Vacca, un’esperienza alla Cultura nel governo gialloverde, all’Istruzione e Gianluca Perilli alla Giustizia.

C’è poi il nodo dello Sport, che probabilmente sarà appannaggio di un sottosegretario ad hoc, per il quale Simone Valente si gioca il posto con Paolo Barelli e il compagno di partito Marco Marin. Silvio Berlusconi avrebbe sottoposto a Draghi una lista di poco meno di trenta nomi sui sette o otto posti a disposizione degli azzurri.

Verso una promozione Giorgio Mulè, ma più che nell’esecutivo potrebbe raccogliere l’eredità di Maria Stella Gelmini come capogruppo. Francesco Battistoni, fedelissimo di Antonio Tajani, è indirizzato verso l’Agricoltura, Gilberto Pichetto Fratin è in lizza per completare la squadra del Mise, mentre Maria Rizzotti potrebbe esordire alla Salute, Giuseppe Moles è papabile per uno tra Interno e Difesa. In quota Forza Italia anche un esponente dell’Udc (più probabile Antonio Saccone ai Trasporti di Paola Binettialla Famiglia), mentre un posto spetterebbe anche a Cambiamo di Giovanni Toti.

Avendo due donne in Consiglio dei ministri Forza Italia ha più libertà di manovra rispetto al Pd, stesso numero di posti, ma dilaniato da giorni da una polemica sulla parità di genere. Deputate come Chiara Gribaudo e Giuditta Pini hanno invitato le colleghe a non accettare incarichi finché nel partito non sarà affrontato politicamente l’argomento nella prossima Direzione, ma difficile che la richiesta venga accolta. Insieme a Misiani possibili altre tre conferme di peso: Andrea Martella manterrebbe la delega all’Editoria, Matteo Mauri rimarrebbe all’Interno, dove ambisce ad avere peso anche la Lega e Alessia Morani allo Sviluppo economico, a marcare stretto Giancarlo Giorgetti. Il nome nuovo potrebbe essere quello di Marianna Madia: il nome dell’ex ministra circola sia per il Mef, sia per la Transizione ecologica. Marina Sereni potrebbe rimanere agli Esteri, Anna Ascani all’Istruzione, Cecilia D’Elia è in corsa per il ministero della Famiglia, Valeria Valente per la Giustizia e Sandra Zampa si gioca una conferma alla Salute.

Un presidio nel ministero che decide sulle questioni relative alla pandemia è ambito anche dalla Lega, che ha individuato in Andrea Colletto la figura giusta. Il Carroccio, ovviamente, vuole rimettere piede anche al Viminale, per il quale Stefano Candiani sembra in vantaggio su Nicola Molteni. Il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo potrebbe passare nell’esecutivo, ai Rapporti con il Parlamento o al Lavoro, la collega Lucia Borgonzoni è indirizzata verso Istruzione o Cultura, Giulia Bongiorno alla Giustizia.

Si parla anche Paolo Formentini alla Farnesina (insidiato da Guglielmo Picchi, che tornerebbe agli Esteri dopo esserci già stato in era gialloverde) e di Edoardo Rixi alle Infrastrutture. Due le caselle per Italia viva. Non dovrebbe essere della partita Maria Elena Boschi, mentre Ettore Rosato si gioca un posto all’Interno, per marcare stretta la Lega. Con Luigi Marattin in ballo per il Tesoro, qualche chance potrebbe averla Daniela Sbrollini allo Sport, con il capogruppo a Palazzo Madama Davide Faraone è indirizzato verso il ministero del Lavoro. Possibile che anche +Europa e Azione spuntino un sottosegretariato, con Benedetto Della Vedova e Matteo Richetti tra i papabili.