Si raccolgono i cocci in casa 5Stelle. La parola d'ordine è: ripartire. O meglio: rifondare. Possibilmente con la leadership dell'ex premier Giuseppe Conte. L'occasione per fare il punto sullo stato dell'arte (ed il rilancio) del Movimento potrebbe arrivare domenica prossima, in occasione di un vertice che i più vorrebbero già organizzato casa di Beppe Grillo, a Marina di Bibbona. Potrebbe essere quello, insomma, il palcoscenico ideale per la seconda fase del Movimento 5 Stelle.

LA DELUSIONE DI GRILLO
Un palcoscenico che, per la verità, i 5Stelle avrebbero preferito tenere riservato, tanto è vero che lo stesso Garante ha lamentato il suo dissenso sulla fuga di notizie con un post su Twitter di quelli emblematici. "Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere (Ludwig Wittgenstein)". ha scritto l'ex comico genovese.

AL VERTICE COL GARANTE
Dissenso a parte, al vertice con il fondatore potrebbero partecipare tutti i "big" pentastellati: da Di Maio a Fico fino a Casaleggio ed allo stesso ex presidente del Consiglio, ospite d'onore del summit, tirato in ballo direttamente dall'attuale ministro degli Esteri che, guarda caso, nell'avvocato pugliese vede l'uomo giusto per l'attesa ripartenza.

CONTE SI O NO?
Ci sono però, in tal senso, diversi ostacoli da superare. Innanzitutto lo statuto: Conte non è iscritto al Movimento e dunque non può prendere parte (occorre essere iscritti da almeno 6 mesi) alla corsa per il Comitato a 5 (la "task force" di saggi chiamata a reggere le sorti del Movimento).

CRIMI VITTIMA DEL FUOCO AMICO
Tuttavia, rimandare ulteriormente il voto con il quale si dovrà decidere la nuova leadership, rischia di trasformarsi in un boomerang, dal momento che, così facendo, si rischia di prolungare la reggenza di Vito Crimi, ormai sempre più bersagliato dalle critiche interne (il cosiddetto "fuoco amico").

UN CAMBIO DI STATUTO AL VOLO?
Molto più facile, a questo punto, un cambio al volo dello Statuto, con l'inserimento di una nuova figura fin qui non prevista nella vita del Movimento. In tal caso l'elezione di Conte nel comitato dirigenziale, sarebbe cosa fatta.

GLI OSTACOLI POLITICI
Tutto questo senza considerare gli ostacoli di tipo politico. Perché sì, al netto delle "rogne" burocratiche, Conte piace a Grillo, Di Maio, Fico e Casaleggio. Ma la base? Come reagirà la base pentastellata di fronte alla promozione dell'ex premier alla guida del partito? E soprattutto: farà proseliti a 360 gradi la proposta europeista e centrista di Conte insieme con la linea fin qui sposata, di voler fare squadra con il Pd di Zingaretti?

DESSI' PRONTO A LASCIARE
Nel frattempo, Conte o non Conte, mentre ci si prepara alla difficile ricostruzione, in casa 5Stelle bisogna anche fare i conti con altri addii ufficiali. Non bastavano infatti le espulsioni dei ribelli, decretate dopo il voto contrario alla fiducia al governo Draghi da parte di non pochi parlamentari grillini. All'orizzonte, infatti, si profila altre uscite eccellente come quella di Emanuele Dessì.

IL LAVORO DI CARELLI ALLA CAMERA
Alla Camera, intanto, un altro ex illustre, Emilio Carelli, continua lo scouting per la formazione del suo gruppo popolare, dove, secondo quanto ventilato dal quotidiano "La Repubblica", potrebbero approdare anhe Giovanni Trizzino e Roberto Cataldi mentre l'ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora viene dato tra "colori i quali son sospesi" anche se lui smentisce una sua uscita dal Movimento.

CRUCIOLI MESSO ALLA PORTA
Intanto, a proposito degli espulsi, la mano pesante dei probiviri non si ferma. Mattia Crucioli ha ricevuto ufficialmente la notifica della sua espulsione e, anche chi nell'emiciclo di Montecitorio è risultato assente "senza giustificazione" (una decina in tutto) potrebbe essere allontanato dal partito.

ADDIO ANCHE A VILLAROSA
Stesso finale sembra già essere stato scritto anche per l'ex sottosegretario all'Economia, Alessio Villarosa, deputato M5s che aveva negato il suo consenso al governo Draghi: "Stamattina mi è arrivata la procedura di espulsione", ha scritto il diretto interessato su Facebook. "Evolviamoci con chi ci sta, non con chi rema contro", ha invece consigliato Sergio Battelli facendosi portavoce della guerra tra i gruppi e la piattaforma Rousseau: "una zavorra tecnica e politica più che un valido supporto", l'ha etichettata.

IL DESTINO DI ROUSSEAU
E proprio sul destino di Rousseau il Movimento potrebbe incappare in una nuova clamorosa scissione. "Non c'è altro da dire. Anzi una cosa c'è: Il governo dei migliori", ironizza l'ex figliuol prodigo Alessandro Di Battista. E' su di lui che gli espulsi puntano tutte le loro carte per la nuova alternativa al Movimento di Di Maio e Conte.