Ieri il ministro dell'Economia Daniele Franco ha fatto il punto della situazione sul Recovery plan nel corso di un’audizione alle commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche Ue di Camera e Senato. Dal punto di vista economico sono previsti, come fondi a disposizione del Paese, 196 miliardi a prezzi correnti, “69 sotto forma trasferimenti, 127 sotto forma prestiti”.

Ma Franco ha specificato che il regolamento europeo che prende a riferimento il Pil del 2019, porta “a una stima dell'entità delle risorse per circa 191,5 miliardi, leggermente inferiore a quella indicata a gennaio”. Dal punto di vista della disponibilità, le risorse saranno pronte a partire da settembre.

Ma è ovvio che per poter accedere a questo che viene chiamato anche con il nome di ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ bisognerà avere le carte in regola e proprio per questo il ministro chiede di non perdere tempo perché “abbiamo meno di due mesi per finalizzare il tutto, per questo la definizione non può subire battute d'arresto”.

Nello specifico l'ultimo punto fortemente sottolineato dalla Commissione europea sono le riforme: “Due – ha spiegato Franco - sono particolarmente importanti, quella della Pa, per la quale il Mef sta lavorando con il ministro Brunetta, e quella della giustizia. La terza area molto importante è la semplificazione normativa trasversale”.

Secondo Franco il Recovery rappresenta “una straordinaria opportunità per una crescita inclusiva in un Paese che ha il cronico problema di disparità territoriali, di età e di genere. Il Pil pro capite al Sud è pari al 55% di quello medio al Nord e che l’esclusione di giovani e donne dal mercato del lavoro è uno dei principali problemi da risolvere”.