di Francesca Porpiglia

“L’Italia attraversa la storia il presente ed il futuro dell’Argentina, con le sue multiple connessioni bilaterali”. Le note di “O sole mio” accompagnano in sottofondo la voce che introduce lo spazio tutto italiano del sabato mattina in Argentina. È la trasmissione radiofonica ”Italianisimo” voluta dall’Ambasciata Italiana a Buenos Aires. Precisamente un nuovo segmento, della durata di circa 10 minuti, all’interno del programma “Sábado Tempranísimo”, uno dei programmi più ascoltati in Argentina, condotto da Marcelo Bonelli, trasmesso da Radio Mitre. L’iniziativa dell’Ambasciata cerca di diffondere e far conoscere, in modo originale e creativo, i molteplici aspetti della presenza italiana nel Paese. Cultura, arte, scienza e industria italiana in Argentina sono solo alcuni degli argomenti che il giornalista Marcelo Bonelli affronta questo nuovo spazio, insieme ad alcuni dei protagonisti di “Vivere all’Italiana”, iniziativa di promozione e diffusione della cultura italiana all’estero promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Uno spazio dedicato appunto a tutto ciò che c'è di Italiano in Argentina.

Questa settimana si parla di Patagonia e della cordigliera delle Ande. Conosciuta in tutto il mondo e visitata da centinaia di migliaia di turisti la Patagonia deve moltissimo all’Italia. La città di Ushuaia èstata praticamente costruita da italiani e anche i massicci andini, devono al Belpaese e al coraggio dei suoi esploratori, fama e conoscenza. Se oggi si conoscono, si visitano e si possono esplorare il Sierro Torre o il Sierro Chalten è davvero grazie ad alpinisti italiani appassionati di montagna ed innamorati dell’Argentina. Furono loro a scoprire molti di questi luoghi meravigliosi ed è grazie alla loro passione, ai loro scritti e ai loro racconti che oggi queste bellezze sono visitate e riconosciute in tutto il mondo. Già dal 1910 cominciarono le prime esplorazioni e le spedizioni italiane spingendosi fino ai nostri giorni. Il ruolo degli immigrati italiani nella scoperta di questi luoghi fu cruciale. La principale influenza fu certamente quella del padre Alberto Maria de Agostini, un salesiano che venne nel sud del Cile intorno al 1910 e vi si i stabilì. Scrisse molti libri e testi su questi luoghi, il principale dei quali fu certamente “Ande Patagoniche” .

I suoi scritti affascinarono generazioni di alpinisti ed esploratori motivandoli a scoprire quei luoghi remoti che il padre descriveva con tanta passione. Entrato in seminario giovanissimo nel 1909 venne ordinato sacerdote salesiano. Scelse di diventare missionario nelle zone meridionali dell'Argentina e del Cile, dove i salesiani fin dal 1875 operavano a favore degli ultimi indios delle etnie Alakaluf, Ona, Tehuelche e Yamana. Le condizioni di vita della popolazione indigena erano pessime ed il loro numero si era di molto ridotto per le malattie e le violenze legate allo sfruttamento della zona da parte di grandi allevamenti di ovini e bovini. Padre De Agostini, dunque, tra il 1912 e il 1945 affiancò alla propria attività pastorale una lunga serie di viaggi esplorativi in Patagonia meridionale e nella Terra del Fuoco, avendo come base logistica Punta Arenas, sulla costa settentrionale dello Stretto di Magellano. De Agostini è un esploratore atipico, come succede con buona frequenza nelle vicende dell’alpinismo e dell’esplorazione, egli appartiene alla categoria di quei dilettanti, come il disegnatore Whymper che hanno lasciato un segno nella storia. I suoi scritti, le sue fotografie hanno rivelato agli alpinisti l’arditezza delle linee del Fitz Roy e del Cerro Torre, un universo di cime e di ghiacciai sino ad allora avvolto da un alone di vaga indeterminatezza.

Esplorazioni via mare, poi ancora navigazione lungo i fiordi della costa cilena. Padre Alberto poi si avventura nel gruppo del Fitz Roy e compie la traversata del grande ghiacciaio Hielo Continental. Il libro racconta, a partire dagli anni ’30, delle escursioni con le guide europee. Ma anche di ricognizioni aeree. Padre Alberto si spinge anche nella zona settentrionale della Cordigliera Patagonica australe: nel gruppo del Monte San Lorenzo. La prima edizione di “Ande Patagoniche” in lingua spagnola uscì a Buenos Aires nel 1941. In Italia, la prima e più completa edizione, quella in cui il sacerdote salesiano riassume i trent’anni di attività passati fra le cime della Cordigliera, vide la luce a Milano nel 1949 per i tipi della casa editrice del fratello, Giovanni De Agostini, ed è ormai una preziosità da bibliofili. Un'altra storia, quella delle esplorazioni del padre salesiano, che lega Italia e Argentina.