State a casa. Per favore. Fatelo per Voi, fatelo per tutti. Questa maledetta pandemia si può sconfiggere in un solo modo: evitando i contatti. È passato un anno da quando il mondo ha fatto conoscenza di un morbo così fetente che sembra davvero difficile da debellare, tanto è vero che una volta che era sembrato oramai messo all’angolo eccolo trasformarsi sotto forma di varianti ancora più deleterie. Certo, ora ci sono i vaccini, ma ovviamente prima che tutta la popolazione del pianeta possa beneficiarne bisognerà aspettare parecchio (sempre sperando che tutto fili per il verso giusto). E quindi non resta che difenderci di persona, in maniera naturale. E quindi stando a casa, muovendosi il meno possibile, solo ed esclusivamente per motivi di salute, di lavoro o per fare la spesa necessaria.

Certo, rinchiudersi tra le quattro mura domestiche non è una cosa di poco conto. Ma è un sacrificio che bisogna fare affinché si possa tornare quanto prima alla vita di sempre, o più meno molto simile. In questo momento c’è la necessità assoluta di bloccare i contagi, di non dare la possibilità al Covid-19 di proliferarsi, saltando da un volto all’altro, di bocca in bocca o di naso in naso. Gli scienziati e i virologi dicono all’unisono che i prossimi due mesi saranno determinanti per sconfiggere il virus e dunque nei prossimi 60 giorni ognuno di noi dovrà dare il massimo e contribuire alla vittoria dell’uomo su questa malattia che, diciamoci la verità, in questo momento è in netto vantaggio su di noi. A Roma, così come a Montevideo, ma come anche a Parigi o a Buenos Aires ci sono troppe persone per strada che potrebbero, per il bene comune, evitare di uscire.

Gli aperitivi? Meglio evitarli e posticiparli a tempi migliori. Le feste di nascosto? Fare i furbi non porta a niente, ma solo a più contagi, più ricoveri e più morti. Non è una guerra tra uomini, è una guerra di tutti gli uomini contro il Coronavirus. Bisogna unirsi, fare un blocco unico e rendersi utili l’un l’altro. In questo momento questa unità non si vede per niente. Certo, non possiamo negare il fatto che oramai si è stanchi della situazione che si è venuta a creare, le restrizioni e i vari cambi di colore sembrano una sorta di roulette russa. Ma in giro però vediamo anche tanta strafottenza, soprattutto da parte dei più giovani che si credono invincibili e intoccabili. Ma non è così, perché rispetto alla prima ondata la seconda e oramai la terza stanno dimostrando che nessuno è immune dal contagio, dal ricovero e dalla morte.

Vediamo in giro molta superficialità rispetto alla primavera scorsa, ai tempi dei primi lockdown. Ma i numeri sono davvero terribili, se si pensa che in America Latina sono morte 711.589 persone per cause legate al Covid-19, con qualcosa come 22,1 milioni di infetti. In Brasile la situazione è drammatica, ma non è che Argentina e Colombia se la passino meglio. L’Uruguay al momento conta 67.717 casi di contagio e 683 morti. Numeri che fanno rabbrividire. Restiamo uniti, ora. Stiamo a casa. Per il bene di tutti. Insieme possiamo farcela. Siamo sicuri che i familiari delle tante persone decedute per il virus sono d’accordo con noi: questo sforzo si può sostenere. Meglio stare a casa piuttosto che finire al cimitero, come vittima o come parente.

Stefano Ghionni