La nazione italiana esisteva da molti secoli, lo Stato nazionale italiano fu proclamato invece soltanto il 17 marzo 1861, in sostituzione degli antichi Stati regionali. L'ultimo atto del processo di unificazione era stato compiuto da Garibaldi con la spedizione dei Mille, che aveva conquistato il regno borbonico col sostegno prima diplomatico e poi anche militare di Vittorio Emanuele II e di Cavour. La sua impresa costituiva però soltanto la prima tappa di un più lungo e faticoso percorso di costruzione di uno Stato nazionale italiano unito non solo dalla forza delle armi, ma da stretti legami politici, sociali ed economici.

La documentazione di quei giorni, e in particolare le lettere riservate scambiate tra Cavour e i suoi collaboratori, mostrano le difficoltà incontrate fin dall'inizio dal processo di State building (costruzione dello Stato), dovute alle differenze di tradizioni e di costumi esistenti soprattutto tra l'Italia settentrionale e quella meridionale. La rapida conquista del regno delle Due Sicilie effettuata da Garibaldi – i cui meriti erano ormai riconosciuti anche da parte di chi, come Cavour, nutriva molta diffidenza per i garibaldini, nelle cui file erano numerosi i repubblicani ostili a casa Savoia – suscitava ancora sospetti tra i funzionari piemontesi inviati a governare Napoli. All'entusiasmo con cui le truppe di Garibaldi erano state accolte al loro arrivo a Napoli erano succedute perplessità e delusioni da parte dell'opinione pubblica napoletana.