Di Matteo Forciniti

Con un secondo rinnovo votato giovedì sera dal Parlamento, l’Uruguay ha esteso per altri 120 giorni il limite al diritto di riunione garantito dalla Costituzione. Continuano ad essere dunque vietati gli assembramenti per frenare l’avanzata del coronavirus che nell’ultima settimana ha fatto registrare i dati peggiori in un anno di pandemia: oltre 11mila sono attualmente i positivi, mentre le morti sono 749.

 

Tale misura è in vigore dal 22 dicembre dello scorso anno ed era stata già rinnovata una volta il mese scorso. Quest’ultimo progetto di legge è stato inviato al Parlamento dal potere esecutivo e nel suo testo iniziale stabiliva il limite alle riunioni per un tempo indefinito valido per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, punto che invece è stato modificato durante il dibattito stabilendo così un limite temporale di 4 mesiQuesto limite potrà essere prolungato dal governo sempre e quando si manterrà l’emergenza sanitaria.

 

La legge definisce gli assembramenti come “la concentrazione, permanenza o circolazione di persone in spazi pubblici o privati ad uso pubblico in cui non vengono rispettate le misure di distanziamento socio-sanitario, né vengono utilizzati adeguati elementi di protezione personale, quali mascherine per il viso e altri elementi di natura simile, a seconda dei casi, volti a ridurre la diffusione di malattie contagiose”.

 

Anche il secondo articolo del decreto ha subito delle modifiche durante il dibattito e nella sua versione finale stabilisce che i ministeri nazionali e dipartimentali possono “prevenire ed eventualmente disperdere, oltre che ordinare la cessazione degli assembramenti”.

 

La legge è stata votata in entrambe le camere con i soli voti della maggioranza governativa. Contraria l’opposizione del Frente Amplio che ha parlato di “problemi di incostituzionalità” denunciando “il rischio di lasciare la limitazione di un diritto solo nelle mani del potere esecutivo”.