E' di 13 misure cautelari, di cui una agli arresti domiciliari, 3 divieti di dimora a Torino e nei Comuni della Val Susa e 9 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, il bilancio di una vasta operazione della Polstato torinese, intervenuta nell’ambito di un’articolata indagine svolta dalla Digos della Questura di Torino e coordinata dalla locale Procura della Repubblica. Nel mirino sono finiti leader e militanti del centro sociale Askatasuna. I reati ipotizzati nei loro confronti, sono quelli di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata aggravati.

DISORDINI AL CORTEO DEL 1° MAGGIO
I fatti contestati risalgono al corteo del 1° maggio del 2019 svoltosi nel capoluogo piemontese. In quella circostanza, come ha scritto la Questura di Torino in un comunicato, diversi militanti di Askatasuna, posizionatisi in testa allo spezzone sociale composto da circa 2.000 persone, legati anche al movimento No-Tav, all'area anarchica ed ai vari gruppi del dissenso cittadino, si resero responsabili di ripetute azioni violente che - scrivono gli inquirenti - resero "necessari diversi e calibrati interventi dei contingenti delle forze dell’ordine e del personale della Digos al fine di impedire la realizzazione di una precisa strategia volta a sovrastare le altre componenti politico-istituzionali intente a sfilare per il centro cittadino per raggiungere la testa del corteo con il preciso obiettivo di dare, tra l’altro, una connotazione prettamente 'NoTav' alla tradizionale manifestazione dei lavoratori".

L'AGGRESSIONE DEGLI ESPONENTI POLITICI
Poco prima che partisse il corteo istituzionale, diversi soggetti più volte tentarono di sfondare i cordoni delle forze dell’ordine, riuscendo poi ad oltrepassare, ad inizio manifestazione, il furgone del partito Liberi e Uguali, tentando successivamente di scavalcare anche lo spezzone del Partito Democratico, aggredendo, in più occasioni, sia alcuni esponenti politici che i componenti del servizio d’ordine del partito, uno dei quali fu colpito violentemente con calci e pugni da alcuni militanti di Askatasuna.

DENUNCIATI 30 MILITANTI D'AREA
Successivamente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i manifestanti tentarono anche di sfondare un altro cordone delle forze dell’ordine, costrette ad intervenire con azioni di alleggerimento anche perché fatte oggetto del lancio di bottiglie, aste di bandiere ed altri oggetti contundenti, nel corso delle quali rimase lievemente ferito un operatore della Digos. Le complesse indagini della Digos hanno consentito di individuare e denunciare in stato di libertà altri 30 militanti d’area per reati simili.