Ridurre la mobilità nel mese di aprile per sperare di abbassare la curva dei contagi e aspettare gli effetti della vaccinazione: le misure restrittive anti Covid in vigore in Uruguay dallo scorso 23 marzo sono state prolungate fino al 30 aprile come è stato annunciato mercoledì sera nella consueta conferenza stampa del governo.

A chiudere saranno unicamente le scuole (almeno fino al 3 maggio), uffici pubblici non essenziali, palestrecentri termali e i "free shop" delle zone di frontiera con il Brasile (aree molto a rischio). Gli spettacoli pubblici e gli sport amatoriali continueranno ad essere sospesi, mentre bar e ristoranti resteranno aperti ma con capacità ridotta e con la chiusura anticipata a mezzanotte.

Escludendo per l'ennesima volta misure drastiche come coprifuoco e chiusure totali, il messaggio del presidente Luis Lacalle Pou continua ad essere quello della linea soft nel nome della libertà responsabile dei cittadini: "In questi giorni stiamo attraversando la fase peggiore della pandemia. Con le misure prese due settimane fa abbiamo cercato di ridurre la mobilità e per questo chiediamo che le persone non si muovano per quanto possibile, solo così potremmo ridurre i contagi. Queste restrizioni secondo noi sono sufficienti e tra la fine di aprile e l'inizio di maggio dovrebbero avere effetto considerando anche che si dovrebbe iniziare a sentire il piano vaccinale".

Costantemente monitorate, le terapie intensive continuano a preoccupare per la tenuta del sistema sanitario. Oggi, in base alle informazioni diffuse, c'è un 74% di occupazione totale ma a breve verranno aggiunti altri 88 posti letto.

Subito dopo l'annuncio del governo è arrivato il bollettino del Sistema Nacional de Emergencias (Sinae) che ha registrato ancora una volta un nuovo record: solo nella giornata di mercoledì ci sono stati 3.395 nuovi positivi, la cifra più alta mai registrata. I positivi attualmente sono quasi 27mila di cui 436 casi gravi in terapia intensiva. 1.231 è il numero totale di morti su cui c'è un dato che è estremamente indicativo: solo nella prima settimana di aprile ci sono stati più vittime che nei primi nove mesi della pandemia durante il 2020.

di Matteo Forciniti