Gli italiani a Seattle cominciarono a farsi sentire agli inizi del XX secolo. Erano arrivati soprattutto per lavorare nelle miniere di carbone. Già i lavori più duri, come sempre. Poi ecco che all'improvviso nel quartiere di Rainier Valley tutto iniziò lentamente, ma senza sosta, a colorarsi di bianco, rosso verde. "C'erano numerosi negozi di alimentari in Atlantic Street - ha raccontato Remo Borracchini uno dei protagonisti, nel suo libro 'Rainier Valley Food Stories' - poi la farmacia italiana, il barbiere italiano...". Una storia che è andata avanti per decenni e subito quella zona fu ribattezzata Little Italy, anzi era divenuta conosciuta soprattutto con il nome di 'Garlic Gulch', dove gulch si può tradurre anche come stretto burrone e ovviamente garlic è l'aglio. Insomma in quello stretta parte del quartiere si respirava aglio... Nel 1915 racconta la storia di Seattle, in quella zona del quartiere di Rainier Valley vivevano circa 200 famiglie in uno spazio di 90 isolati. E tante piccole aziende italiane si erano ingrandite, soprattutto nel settore alimentari: da Borracchini's Bakery a Oberto Sausage Company, poi la maggior parte di quel quartiere italiano fu raso al suolo durante la costruzione di un interstate tra gli anni '70 e '80. Ma quelle poche attività che avevano resistito alle ruspe e al tempo che passava, non ce l'hanno fatta ora. E così anche gli ultimi che erano rimasti si sono dovuti arrendere alla chiusura, per sempre. Storia di queste ultime settimane, prima l'annuncio di Oberto imitato pochi giorni dopo dalle tre figlie di Remo Borracchini. È un pezzo di storia italiana, importante che se ne va lasciando dietro di sè solo ricordi ingialliti. Costantino Oberto cominciò a vendere la sua salsiccia a Seattle oltre un secolo fa, era il 1918 qualche anno prima che Mario, il padre di Remo Borracchini facesse lo stesso, ma con un panificio. Due storie, due nomi che sono andati avanti di pari passo dall'inizio alla fine si può dire, quasi che l'addio, praticamente contemporaneo, fosse stato un patto, silenzioso, siglato oltre cento anni fa. Colpa della pandemia, colpa di un quartiere che non è più come era una volta, il risultato è uno solo: 'Garlic Gulch' davvero questa volta se n'è andato per sempre. Dell'aglio italiano non è rimasto nemmeno l'odore.