Quello che sembrava impossibile fino a poco più di un mese fa adesso sta per diventare realtà: il Cagliari è un passo dalla salvezza, un’impresa dal sapore fortemente “Celeste” tanto per lo spirito come per gli interpreti. 

Un mese fa i sardi sembravano praticamente spacciati e invece oggi, a tre giornate dalla fine del campionato, la squadra più uruguagia d’Italia è quella messa meglio nella lotta per restare in serie A forte dei 4 punti di vantaggio rispetto al Benevento.

Merito del gruppo guidato da Leonardo Semplici dove spicca -fedele a una lunga tradizione- la componente Uruguay con Diego Godin e Nahitan Nández insieme a Gastón Pereiro. Al momento del cambio di allenatore, e fino alla 31esima giornata, il Cagliari era in piena zona retrocessione lontano 5 punti dalla salvezza. Nelle ultime 5 partite ha messo insieme una serie incredibili di prestazioni raccogliendo la bellezza di 4 vittorie e un pareggio, un bottino preziosissimo per le sorti di una stagione partita male. 

La svolta c’è stata il 17 aprile nello spareggio contro il Parma finito con un rocambolesco 4 a 3. Poi altre due vittorie contro Udinese e Roma, un buon pareggio con il Napoli prima dell’importantissima vittoria di domenica contro il Benevento nell’ultimo scontro diretto vinto 3 a 1: tra i migliori in campo Godin -l’unico a tenere in piedi la difesa- e soprattutto un Nandez in stato di grazia con tanta tecnica e corsa, autore di due assist decisivi. I due uruguaiani hanno attraversato momenti difficili nel corso di un anno caratterizzato anche dal Covid ma oggi, nel momento decisivo, sono tra i grandi protagonisti di questo scorcio di stagione e stanno prendendo per mano la squadra in questa splendida cavalcata del tutto imprevista. Il trequartista Gastón Pereiro è stato invece più sfortunato in una stagione vissuta tra continui alti e bassi e ben due positività al Covid nell’arco di poco più di 6 mesi. In ogni caso, è riuscito a mettere la firma nella sfida contro il Parma segnando al novantesimo il gol del momentaneo pareggio.

Per come sta maturando, questa salvezza inaspettata del Cagliari ha tanto di Uruguay e di “garra charrúa” che insegna a non arrendersi mai e lottare fino alla fine anche quando tutto sembra perduto come dimostra la storia del calcio uruguaiano che continua ancora oggi a stupire pur con interpreti diversi. Una lezione che vale nello sport ma vale anche nella vita.