Si è tenuto in diretta Facebook l'incontro "I viaggi delle radici in Italia – speciale Argentina" dell'Osservatorio sulle Radici Italiane (ORI), organismo presieduto dal ricercatore Giuseppe Sommario. Michele Schiavone, Segretario Generale del Cgie, ha ricordato che il turismo delle radici è una grande opportunità per le nostre comunità al fine di mantenere un filo conduttore tra il Paese d'origine e quello nel quale si vive. "In America Latina la presenza italiana è caratterizzata da una storia diversa rispetto all'emigrazione italiana verso altri continenti: sono storie più antiche e radicate e anche più emozionanti", ha evidenziato Schiavone evidenziando come la promozione di questo progetto veda impegnati Maeci e Cgie.

"Le nostre comunità nel mondo si sono sedimentate e radicate e soprattutto in America Latina c'è una storia antica di emigrazione. In Brasile soprattutto si parlano delle lingue particolari del nord Italia mescolatesi con quelle del posto", ha sottolineato Schiavone ricordando l'accordo stipulato tra Cgie ed Enit per agevolare e favorire il rientro dei connazionali a fini turistici. "Come Cgie stiamo cercando di agevolare le tariffe per i rientri, con la collaborazione dell'Enit", ha concluso Schiavone.

Marco Rondina (Unicoop) ha ricordato la proposta della 'tessera del turista' che permetterà, se l'accordo tra Enit e Ministero sarà chiuso, agevolazioni su trasporti nazionali e visite ai musei per i turisti delle radici: sono al vaglio anche dei possibili accordi con agenti turistici per trovare prezzi favorevoli per le strutture alberghiere. "È un lavoro lungo che si è interrotto a causa della pandemia", ha spiegato Rondina facendo presente che con il cambio di Governo sono cambiati anche alcuni referenti istituzionali.

Mariano Gazzola, Vicesegretario Generale del Cgie per l'America Latina, ha spiegato di preferire che si parli di "turismo del sentimento" che muove i connazionali alla ricerca del proprio passato. "È il vedere come si illumina il volto quando si parla del paese o borgo d'origine, perché non c'è terra italiana che non provochi nelle persone un sentimento di affetto. Al contrario di quanto possa sembrare, la pandemia ha stimolato ancora di più la voglia di questo tipo di turismo. Parlando anche tra noi si percepisce il desiderio non solo di viaggiare quanto piuttosto di tornare in Italia, dove è custodita parte della nostra identità", ha evidenziato Gazzola.

Marcelo Carrara (Cgie-Argentina) ha parlato di una grande squadra che si è unita per questo tema e al centro di questo lavoro forte che si è concretizzato negli ultimi mesi c'è appunto l'ORI. "È un cammino che dovrà avere una continuità nel tempo", ha sottolineato Carrara. "Se c'è un Paese tanto italiano fuori dall'Italia, questo è l'Argentina", ha commentato Giuseppe Sommario introducendo il lavoro dell'ORI, una ricerca portata avanti con il sostegno della Dgit del Maeci.

L'ORI nasce per monitorare quanto riguarda il tema del turismo delle radici, per volontà dell'Associazione AsSud. "Il compito è dunque monitorare tutto quanto avviene in Italia e nel mondo che riguardi l'identità italiana: ci sono già delle pratiche e bisogna metterle a sistema. In Italia la storia dell'emigrazione è poco o male raccontata: essa va infatti raccontata soprattutto agli italiani che vivono in Italia. Parlare di turismo in questo caso è riduttivo: è un vero pellegrinaggio dell'anima", ha affermato Sommario invitando a rimettere al centro la figura dell'uomo quando si parla di storie dell'emigrazione.

"Conoscere le comunità italiane in Argentina mi ha cambiato la vita. Questo è un progetto che può essere un ponte tra Italia e Argentina", è stato invece il commento di Marina Gabrieli presidente di Raìz Italiana mostrando la Guida alle radici italiane. Gabrieli ha ricordato che fino a pochi anni fa il tema del turismo delle radici era trattato solo marginalmente in Italia e, di conseguenza, poco c'era anche dal punto di vista delle ricerche.

Per investigare sull'identikit da dare al turista delle radici lo strumento utilizzato dall'ORI è quello del questionario in sei lingue, scaricabile dal sito del Festival delle Spartenze: è disponibile in italiano, tedesco, inglese, francese, spagnolo e portoghese. Il questionario propone delle domande che riguardano le motivazioni che spingono al viaggio delle radici o quanto è possibile spendere per effettuarlo.

Gerardo Pinto (Cgie-Argentina) ha invitato a rendere partecipi tutte le Regioni italiane. "Ci sono Regioni che sono più reattive rispetto ad altre ma comunque sono tutte interessate perché comprendono il potenziale che c'è dietro questa tipologia di offerta turistica", ha poi ribadito Gabrieli.

"Questa forma di turismo probabilmente potrà risvegliare l'interesse di quelle Regioni che ad ora non hanno la Consulta regionale per i connazionali all'estero", ha evidenziato Sommario. Marcelo Romanello (Cgie Argentina) ha ricordato le sue radici disseminate tra Veneto e Piemonte e con esse le differenze di suoni e sapori che si possono incontrare passando da un luogo all'altro dell'Italia.

Martin Brook, Console Generale d'Italia a Rosario, ha definito "affascinante" il tema del turismo delle radici che, in quanto tale, è tenuto assai in considerazione dal Maeci. "Dal lato italiano esso apre la strada a mete alternative a quelle tradizionali, con un filone legato alle radici e al visitare piccoli luoghi di provincia più marginali rispetto ai circuiti turistici già noti; dal lato argentino esso ha un sapore antico perché tutti gli americani e gli argentini hanno il mito della grande epopea dell'attraversata dell'Atlantico", ha spiegato Brook evidenziando come un progetto con la Costa Crociere non si sia concluso al meglio a causa della pandemia: si trattava di una nave in partenza da Buenos Aires con italo-argentini e ispano-argentini a bordo, con una prima tappa in Spagna e la seguente in Italia, con ritorno in Argentina in aereo.

Santo Purello, nuovo Console d'Italia a Mar del Plata, ha espresso soddisfazione per un tema così sentito in Argentina. "Il turismo di ritorno può essere una possibilità per riscoprire piccoli borghi e tesori nascosti da valorizzare", ha commentato Purello. Antonietta Recupero, presidente del Comites di Mendoza, ha definito il turismo come "una grande industria" che da lavoro ad esempio al settore del commercio, a quello alberghiero e delle guide turistiche. Tuttavia con la crisi attuale poter spendere anche duemila euro per un viaggio diventa più difficile. L'invito di Recupero è stato dunque rivolto ai Comuni italiani affinché il cosiddetto "turismo sociale" possa riguardare in parte anche quello delle radici.

(Simone Sperduto/Inform)