Me lo ha ricordato un caro collega: la Vespa ha compiuto 75 anni! Non é poca cosa per un prodotto, che é stato il simbolo (solo piú tardi verrá la “600”) del rinascere italiano dopo la guerra e che ancora oggi percorre ) le strade del mondo. Lo scooter fu prodotto dalla Societá Piaggio, che brevettó il 23 aprile 1946 un progetto dell’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio. La Societá Piaggio era una azienda che dalla fine del primo conflitto mondiale si dedicó alle produzioni aeronautiche e belliche: motoscafi antisommergibili MAS, e soprattutto aeroplani e idrovolanti. Gli stabilimenti dell'azienda vennero utilizzati nel periodo tra le due guerre mondiali per la produzione di rotabili ferroviari, mentre continuó la produzione di aeroplani. Nel 1924 la azienda - sotto la direzione di Rinaldo Piaggio - acquistó gli stabilimenti di Pontedera in Toscana, che si aggiunsero a quelli giá esistenti in Liguria. Rinaldo muore nel 1938 e a lui succedono i figli Armando e Enrico: al primo andarono gli stabilimenti liguri, mentre al secondo corrispose quello di Pontedera.

Alla fine della guerra, nel 1945, Enrico inizia le operazioni di ricostruzione della fabbrica toscana e allo stesso tempo comprende l’importanza di immaginare una moto diversa da tutte le altre conosciute, a cui potessero accedere gli Italiani, che uscivano dolorosamente colpiti dalla guerra. Affidó la progettazione del veicolo a un ingegnere che non amava le moto, perché le considerava estremamente scomode: l'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio, progettista di alcuni modelli sperimentali di elicotteri. Piaggio capí che solo un uomo che "detestava le motociclette", poteva concepire qualcosa di completamente nuovo. D'Ascanio detestava dover scavalcare una moto per sedersi sopra, così sfruttò le sue conoscenze di progettista aeronautico per inventare la prima moto a scocca portante (cioé con una base resistente come quella delle automobili) e senza la struttura del tubo di acciaio - tra le gambe - delle biciclette e le motociclette. Adottò una sospensione anteriore ispirata a quella dei carrelli per aerei e creò un motore concettualmente derivato dai motori d'avviamento aeronautici.

A Corradino D’Ascanio bastarono pochi giorni per mettere a punto la sua idea e preparare la prima Vespa, uscita dagli stabilimenti di Pontedera nell’aprile del 1946. Racconta la storia che Enrico Piaggio, quando vide il prototipo esclamò: “Sembra una vespa!”, per via del suono del motore e delle forme della carrozzeria, che vista dall'alto la rendono somigliante all'insetto, con la parte centrale molto ampia per accogliere il guidatore e dalla “vita” stretta. La Vespa non solo é stata la protagonista del ricostruzione nazionale del dopoguerra. È anche il simbolo del gusto e il costume italiano, a tal punto che lo scooter é stato protagonista di films italiani e stranieri. Ricordiamo tra i principali: “Vacanze romane”, di William Wiler (1953) con Gregory Peck e Audrey Hepburn. scorrazzando per la vie di Roma e dintorni; “Padri e figli”, di Mario Monicelli (1956), “Poveri ma Belli”, di Dino Risi (1956) con i “belli” di quei tempi Maurizio Arena, Marisa Allasio e Renato Salvatori; “Destinazione Parigi”, di Gene Kelly (1957) con il medesimo Kelly per le strade di Parigi sulla Vespa 125; “Caccia al ladro”, di Alfred Hitchcok (1958) con Cary Grant e Grace Kelly; “I Soliti Ignoti” di Mario Monicelli con Vittorio Gassman e Totó (1958), “La dolce vita”, di Federico Fellini (1959), dove il personaggio Paparazzo, dal quale prenderanno poi il nome i moderni immortala-vip, è un fotografo che scorrazza per Via Veneto a bordo della sua Vespa per fotografare personaggi famosi; “Torna a settembre”, di Robert Mulligan, con Rock Hudson e Gina Lollobrigida (1961) e “Caro diario” con il sempre simpatico Nanni Moretti allo scooter (1993).

La Repubblica, con il titolo “I 75 anni della Vespa: una grande storia italiana”, scrive: “Dici Vespa e basta così. Non serve altro. Anche dopo 75 anni. Una formula magica nel mondo delle due ruote... Lo scooter della Piaggio, il più famoso del mondo, sta in cima a tutte. Icona delle icone, la Vespa ha fatto un percorso netto. Senza interruzioni. Ha sedotto, ma non ha abbandonato. Anche la voglia è rimasta la stessa. Quando la vedi passare continui a desiderarla. Un amore infinito che ha prodotto un record di 19 milioni di esemplari. Tutte “figlie” di quella geniale intuizione di Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio. Personaggi indimenticabili che hanno fatto la differenza”. Tanti auguri a te, straordinaria immagine della storia italiana dal dopoguerra ad oggi!

JUAN RASO