Colpo di scena nell'inchiesta della procura di Verbania sul disastro della funivia Stresa-Mottarone che, domenica scorsa, ha provocato la morte di 14 persone e il ferimento grave di un bimbo di 5 anni. Nella notte tra martedì e mercoledì, tre persone sono state fermate dagli investigatori: si tratta di Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l'impianto, l'ingegnere direttore del servizio e un altro dipendente, capo servizio.

Gli inquirenti hanno accertato che la cabina precipitata al suolo, "presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso". I tre, secondo quanto rivelato dal comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani, "hanno ammesso le proprie responsabilità".

"Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso", ha rivelato l'ufficiale dell'Arma intervenendo ai microfoni di “Buongiorno Regione”, in onda su Rai Tre. "C'erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la 'forchetta', che impedisce al freno d'emergenza di entrare in funzione" ha concluso Cicognani.