di ROBERTO ZANNI
C'è qualcosa che non torna, anzi meglio dire molte cose ... Ed è per questo che ci siamo rivolti alla Giustizia (con la maiuscola) in quanto tutte le altre strade, percorse da 'La Gente d'Italia' in questo mese abbondante di battaglie, non hanno dato ancora risultati. Sì perchè i responsabili e con questo termine intendiamo coloro i quali guidano gli uffici preposti, si sono ben guardati nel dare risposte e spiegazioni sul pasticciaccio brutto dei diritti tv internazionali riguardanti le partite di calcio della serie A. 
Silenzio assoluto dalla Lega Serie A, la prima responsabile come abbiamo sempre detto, scaricabarile invece dalla Rai che se fin dall'inizio avesse detto quello che in realtà era successo, in poche righe avrebbe chiuso il caso. Invece no. Mezze parole, tentennamenti, rinvii alla prossima settimana, soprattutto difese d'ufficio, ma mai la verità su quanto accaduto dal 23 novembre ad oggi. Nonostante questa volta anche i politici stiano facendo sentire la propria voce. Ecco perchè stiamo cercando noi di fare luce, a nome degli italiani nel mondo. Andiamo così da Pier Francesco Forleo, Direttore Diritti Sportivi, che come racconta 'Rai per la Trasparenza', guadagna 240.000 euro lordi all'anno. Non siamo qui per commentare i suoi introiti (la cifra parla da sola), ma a parte un accenno fatto al condizionale da 'Informa' (data 25 novembre 2020) il responsabile di un ufficio di importanza capitale si sarebbe preoccupato (forse, non c'è la certezza) solo una volta di quello che stava per accadere. 
E dopo?  Possibile che in 6 mesi non abbia trovato il tempo e la voglia di far sapere, attraverso il proprio ufficio stampa (ne avrà uno...) il destino che fosse aspettato gli italiani all'estero? Come diceva Giulio Andreotti: "A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina". Allora visto che tutti siamo peccatori, per la testa passa l'idea che poi alla fine del calcio di serie A ai connazionali all'estero attraverso il 'pacchetto per le comunità' non interessava per niente non solo alla Lega A, ma anche alla Rai che non si è messa a combattere per i diritti di chi alla fine non conta nulla. 
Quei soldi risparmiati con il calcio chissà potevano essere indirizzati da altre parti, magari c'erano altri interessi, leciti ovviamente, ma che non comprendevano il calcio. E poi appare alquanto strano che solo ora si sia saputo, grazie alla interrogazione presentata dall'on. Anzaldi, e attraverso proprio i Diritti Sportivi della Rai, che la Lega Serie A ha imposto 3 partite in lingua italiana a chi si è assicurato l'esclusiva negli USA e nel resto del mondo.
Ma nel bando non c'era scritto, si parlava solo in maniera generica di 'trasmissione in italiano', possibile che tutto questo sia venuto fuori solo ora, dopo che noi abbiamo sollevato la questione? Probabilmente sarà la solita coincidenza. 
Ma adesso si parla addirittura di Giostra del gol con partite di serie B e c'è qualcuno, anzi più di uno all'interno della Rai che vuole farci credere che gli italiani nel mondo stiano facendo salti di gioia perchè appunto dal prossimo agosto potranno vedere la B e non la A. Non insultiamo l'intelligenza della gente per favore... A proposito: quanto costano i diritti della B? C'è stato un bando per la loro assegnazione? Qualcuno nel mondo li ha in esclusiva? Come fa la Rai da un giorno all'altro ad assicurarseli? Possiamo fare queste domande? Ed è anche lecito pensare che per ottenerli non ci si debba sforzare alla fine un granché. Non si deve dimenticare poi che la Rai ha (meglio dire avrebbe) diversi obblighi per l'estero, basta andarsi a leggere il testo unico radiotelevisione del 2005, fare un passo indietro al Contratto di servizio 2003 e uno in avanti allo stesso aggiornato al 2018-2022: sono anche previsti canali in inglese e internazionali, mai visti oltre alle solite raccomandazioni riguardanti lingua, cultura in generale, made in Italy, l'italiano all'estero ambasciatore. Sempre le solite parole. Fatti? No, quelli naturalmente non si vedono dalle frequenze di Rai Italia. Così 'La Giostra del gol' l'unica vera trasmissione 'made in Italy' per gli italiani oltre confine se dovesse continuare sarebbe retrocessa in serie B. Per quale motivo invece, vista la situazione, non si può trasformarla in un '90º minuto' oppure 'Domenica Sportiva' con highlights specificatamente per chi vive lontano dalla madrepatria? Perchè, lo ribadiamo, l'italiano all'estero non è in cima ( e nemmeno in fondo) ai pensieri della Rai che invece, come servizio pubblico, avrebbe l'obbligo di interessarsene. Ma quando lo diciamo ecco che sono in tanti a scandalizzarsi... Ma noi siamo testardi, lo dobbiamo ai nostri ldettori e logicamente agli italiani nel mondo: vogliamo fare di tutto pur di scoprire le verità nascoste, magari con l'aiuto della Giustizia....