A sole due settimane dall’incidente della funivia del Mottarone, nel quale hanno perso la vita 14 persone, a far notizia non sono eventuali avanzamenti delle indagini ma le polemiche all’interno del Palazzo di giustizia di Verbania. In mattinata la procura guidata da Olimpia Bossi si è opposta alla richiesta di incidente probatorio presentata dall’avvocato Marcello Perillo, legale di Gabriele Tadini, uno dei tre indagati, capo del servizio della funivia. L’uomo ha ammesso di aver disattivato più volte il freno di sicurezza per scongiurare blocchi dell’impianto di Stresa.

Per i pm l’incidente probatorio non s’ha da fare, perché “pregiudicherebbe in modo irreversibile lo svolgimento delle attività di indagine”. La procura ha chiesto allora al gip di di rigettare la richiesta perché “infondata”, o di posticipare di due settimane la celebrazione dell’incidente probatorio.

Ma la decisione che ha suscitato scalpore è stata un’altra e riguarda il gip. A Donatella Banci Buonamici, che non aveva convalidato il fermo dei tre indagati - oltre a Gabriele Tadini nell’elenco c’è il gestore Luigi Nerini e il  del direttore d’esercizio dell’impianto Enrico Perocchio - è stato sottratto il fascicolo. La ragione da un punto di vista tecnico non fa una piega: Banci Buonamici aveva sostituito una collega assente, Elena Ceriotti, nelle cui mani ora andrà il fascicolo. Ma la scelta ha fatto molto discutere: Banci Bonamici, infatti, nella sua ordinanza aveva evidenziato alcuni punti critici del modus operandi della procura. Lo aveva fatto, del tutto legittimamente, utilizzando null’altro che argomentazioni giuridiche. La scelta di non convalidare il fermo, disponendo gli arresti domiciliari solo per Tadini, l’aveva esposta a molte critiche. Della procura in primis.

Il presidente del Tribunale ha motivato il passaggio del fascicolo spiegando:  “Avendo la dottoressa Donatella Banci Buonamici, presidente di sezione coordinatrice dell’area penale, esercitato la funzione di Gip supplente per la convalida del fermo di 3 indagati, il procedimento relativo alla predetta richiesta - si dice - è stato dalla cancelleria assegnato al medesimo giudice; ritenuto che tale Assegnazione, se giustificata per la convalida del fermo non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione dei giudici impediti disposti nelle tabelle di organizzazione dell’Ufficio Gip/Gup”. Ma sua scelta, però, è parsa strana a Pasquale Pantano, legale di Luigi Nerini:  ”È un provvedimento anomalo. Non è mai capitato che durante una partita venga cambiato l’arbitro nonostante tutti riconoscano abbia operato bene”.

Anche per la camera penale locale la scelta di estromettere Bonamici dal caso è inusuale .  “Mai - osserva Alberto De Sanctis, presidente della Camera penale del Piemonte occidentale - viene riassegnato ad altro Gip un fascicolo in fase di indagini, salvo in casi di impossibilità a svolgere le funzioni (per esempio: maternità o trasferimento ad altro ufficio). È doppiamente singolare che accada in un piccolo Tribunale in cui il vero problema dovrebbe essere quello di evitare l’incompatibilità tra gip e gup. Non ‘bruci’ due gip perché avresti problemi a trovarne il terzo per celebrare l’udienza preliminare. È ancora più incredibile che questo avvenga d’urgenza così di fatto da impedire al gip originario di decidere su una richiesta di incidente probatorio formulata dalla difesa”. Secondo De Sanctis, “queste inspiegabili decisioni rischiano di minare la credibilità della magistratura così come percepita dai cittadini e proprio non ne avevamo bisogno in questo momento storico”. “Spero - è la conclusione - che qualcuno all’interno della magistratura e dell’Anm se ne accorga così da tutelare l’indipendenza e la terzietà del Giudice”. Insieme alla sezione locale si mobilita anche la giunta nazionale delle Camere penali: “Si tratta di un provvedimento di evidentissima eccezionalità, che crea allarme nell’avvocatura per il contesto giudiziario nel quale esso è maturato. L’Unione e le Camere Penali di Verbania e del Piemonte Occidentale riservano alla giornata di domani l’adozione di ogni eventuale iniziativa all’esito dell’annunciato e necessario approfondimento”.

Banci Buonamici dopo che la procuratrice Bossi si era esposta notevolmente con i media e aveva disposto il fermo con una motivazione apparsa quantomeno discutibile, aveva smantellato il modus operandi della procura. Mettendo un punto fermo su dei principi giuridici imprescindibili. Primo tra tutti: il fermo si può motivare solo con il pericolo di fuga. E, in questo caso, il rischio che gli indagati scappassero era assolutamente inesistente. Molto meno espansiva della pm - che ha rilasciato numerosissime dichiarazioni alla stampa - l’unica volta che ha incontrato i giornalisti, ha affermato a gran voce: “Dovreste essere contenti che il sistema è garantista”. Quasi a dover giustificare la sua decisione a un’opinione pubblica spesso digiuna di nozioni giuridiche ma, comprensibilmente, toccata dalla tragedia del Mottarone.

Proprio nel giorno in cui si viene a sapere che Banci Buonamici dovrà fare un passo indietro, la procura ricorre contro la sua decisione e chiede al Riesame di annullare la decisione del gip su Nerini e Perocchio. I due al momento, dopo la mancata convalida del fermo, sono in libertà perché il giudice ha ritenuto che non ci fosse ragione per lasciarli in cella o ai domiciliari. Domani, riporta l’Ansa, la richiesta sarà depositata. Un nuovo capitolo di una storia in cui sembrano emergere più i dissapori tra toghe che la strada - lunga e tortuosa, a scapito di quello che sembrava i primi giorni dopo la tragedia - per arrivare alla verità sull’incidente del 23 maggio.