Se in Europa si respira aria di ripartenza, con la campagna vaccinale che procede a gonfie vele, nel resto del mondo la situazione appare drammatica. Per capirci: il 70% dei londinesi ha ricevuto il siero anti-Covid contro meno del 2% degli africani ed il 3% dei Sudamericani (dati Oms). Il che significa che mentre i Paesi ricchi provano a mettersi alle spalle i mesi bui del “lockdown”, al di fuori del “blocco occidentale” si continua a soffrire di coronavirus con picchi pandemici tuttora letali.

Così si muore in Argentina e Uruguay, con quest'ultimo Paese che addirittura detiene il triste record di contagi giornalieri (con 1.212 casi per milione di abitanti), seguito a ruota dalla Colombia (con un aumento del 28% rispetto alle ultime settimane). Ma è messo male anche Il governo peruviano che, in piena campagna elettorale per le presidenziali, ha dovuto rivedere il bilancio dei decessi in eccesso: si pensava fossero stati 68.000 morti fino al 22 maggio, sono risultati invece 180.764. L'Oms ha riferito anche che l'Argentina ha avuto più di 3,5 milioni di casi dall'inizio della pandemia e recentemente conta più di 30 mila nuove infezioni al giorno. Contagi raddoppiati anche a Panama, Belize ed El Salvador nell'ultima settimana.

Si muore di Covid, però, anche in Congo, Uganda e nei Paesi del Golfo. Il che, tradotto in soldoni, significa che il programma Covax delle Nazioni Unite stenta drammatica mente a decollare. Come se non bastasse, se il dramma che ha travolto l'India pare essersi indebolito, nei Paesi confinanti come Bangladesh e Sri Lanka, la terza ondata è nel pieno della sua forza. A peggiorare il quadro il fatto che dal Vietnam sia arrivata l'ultima, preoccupante variante: una mutazione di quella indiana, ribattezzata "Delta" che a quanto pare è ancora più trasmissibile e forse anche più resistente al vaccino Pfizer.