Signori, si viaggia liberamente. Almeno tra i Paesi dell'Unione europea. A patto e a condizione, s'intende, di essere stati immunizzati contro il Covid. È notizia di ieri, infatti, il via libera dell'Europarlamento al "green pass", il certificato digitale europeo dal quale si evince che il cittadino (a cui viene rilasciato) abbia completato il ciclo vaccinale contro il coronavirus oppure sia guarito dall'infezione. Dal primo luglio, dunque, data dell’entrata in vigore del “passi”, secondo le indicazioni di Bruxelles e in attesa che la misura sia adottata anche dal Consiglio europeo, scatterà il "semaforo verde" ai viaggi senza divieti nella Ue. Il sistema durerà 12 mesi, con validità diversa per vaccinati e guariti. Il certificato, infatti, attesterà l'avvenuta vaccinazione completa (con validità a partire da 14 giorni dopo l'ultima dose), la guarigione dalla malattia (farà fede il tampone positivo, dopo l'undicesimo giorno per 180 giorni) e l'esito negativo di un test (72 ore di validità per il molecolare, 48 ore per il rapido).

Riepilogando: chi non ha più problemi col virus, potrà dunque muoversi liberamente da un capo all'altro dell'Europa. Una buona notizia in ottica ripresa del turismo. Confesercenti, stima, infatti, che con l'arrivo del "green pass", circa 2,7 milioni di persone potrebbero scegliere di trascorrere le vacanze nel nostro Paese con l'Italia che proprio ieri ha smesso di essere meta sconsigliata dagli Usa con il “via libera” dal Nord America alle partenze, sia pure solo per i vaccinati, destinate al Belpaese. Resta invece il blocco per il resto del mondo extra Ue, con eventuali turisti provenienti da Sud America, Oceania e continente africano costretti a sottoporsi a quarantena, una volta atterrati in uno scalo aeroportuale italiano, anche se vaccinati o immunizzati.

Una scelta apparentemente priva di fondamento, dal momento che il siero iniettato a Buenos Aires, fino a prova contraria, ha la stessa efficacia di quello che, ad esempio, viene inoculato a Roma o a Parigi. Perché allora queste differenze? Torniamo a chiedercelo: perché, ad esempio, decollare dagli States a bordo di un volo “Covid free” (ovviamente non per tutte le tasche) o da un altro Paese europeo dà diritto ad atterrare in Italia senza misure restrittive, mentre farlo a bordo di un volo magari proveniente dall’Uruguay, non offre quelle stesse garanzie al viaggiatore pur essendo, questi, già vaccinato o immune? Scelte prive di logica che attendono solo di essere spiegate.