Non vi è dubbio. La consegna alcuni giorni fa  di 3.000 libri di autori italiani da parte dell’ambasciata italiana a Montevideo alla Biblioteca nazionale dell’Uruguay è un’iniziativa lodevole. Ma lo sarebbe stato di più se le opere fossero state ‘regalate’ nella lingua madre, in italiano e non in spagnolo come invece avvenuto. Sarebbe stato un bel segnale, del tipo "vogliamo recuperare il tempo perso" dando onore alla lingua più bella del mondo, quella italica, quella del Sommo Poeta toscano.

Il Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova, nei giorni scorsi, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione della piattaforma digitale “Dante.Global”, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha infatti confermato che la piattaforma è stata progettata e realizzata, in partenariato con la Farnesina, dalla Società “Dante Alighieri” per potenziare la promozione della lingua e la diffusione della cultura italiana nel mondo, nel quadro delle iniziative che commemorano Dante Alighieri a 700 anni dalla sua scomparsa. “Un anniversario fondamentale per la storia, per la lingua e dunque - ha osservato Della Vedova - per l’identità culturale del nostro Paese. La diffusione della lingua italiana è a tutti gli effetti uno strumento di politica estera: perché attraverso di essa - ha aggiunto il sottosegretario - passano la nostra cultura, i nostri valori, la nostra visione del mondo. Ecco perché cultura e lingua sono due settori di intervento prioritario nel quadro della strategia di promozione all’estero del ‘Sistema Italia’, nonché straordinarie leve di soft power. La nostra lingua, come l’arte, il design, la cucina, la musica - ha continuato Della Vedova - è uno degli aspetti che rendono l’Italia unica e apprezzata nel mondo, insieme ai suoi prodotti e allo stile di vita. La  collaborazione, ormai consolidata, tra la Farnesina e la Società Dante Alighieri per promuovere la nostra lingua e cultura nel mondo è un dialogo proficuo, al quale vogliamo dare continuità soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo vivendo. In questa fase così difficile per le industrie culturali e creative - ha concluso Della Vedova - promuovere l’italiano all’estero richiede ancora più impegno nel coordinare iniziative e attori diversi”.

Invece già da anni in pratica la nostra lingua in Uruguay ha perso forza.

Un primo brutto segnale arrivò dalla fine dell'insegnamento dell'italiano nelle scuole del Paese cui si è seguita la chiusura appunto della ‘Dante Alighieri’. Da lì si capì che le cose stavano precipitando, nel senso che divulgare lo studio della lingua italiana nelle scuole era argomento che non interessava più di tanto le istituzioni. Ed è un peccato, perché non insegnare questo idioma è quasi un sacrilegio non solo per la bellezza delle parole, ma perché siamo certi che le nuove generazioni apprezzerebbero conoscere quelle parole pronunciate dai propri antenati. Invece, più passa il tempo e più si perdono le tradizioni, con il rischio che tra qualche anno anche i giovani connazionali che vivono qui in Uruguay non possano parlare la lingua di chi li ha preceduti. Ripetiamo, l’iniziativa è, secondo noi, interessante. Ma in un'ottica che rilanci la lingua italiana in un Paese dove l'italianita è parte integrante del tessuto sociale. Ecco perche sarebbe opportuno che le nostre istituzioni cominciassero a impegnarsi a fondo affinché si torni a studiare l’italiano nelle scuole ( non  un'ora a settimana come oggi.....).  E l’iniziativa ‘Montevideo una capitale di cultura italiana’ può essere proprio l’occasione giusta per ‘lavorare’ su questo tema...